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di PIERANTONIO LUTRELLI
Tre messaggi di minaccia in una sola notte, presso due aziende della zona artigianale e una di costruzioni a Scanzano Jonico.
E’ avvenuto la notte tra giovedì e venerdì, quando ignoti hanno lasciato tre bottiglie di plastica di colore azzurro, all’interno delle quali c’era un fondo di benzina. Sul dorso una “etichetta” inquietante: nastro adesivo marrone uso imballaggi con dentro un proiettile da carabina per caccia grossa al cinghiale, grande quanto una penna. Avvertimenti, pare evidente, in perfetto stile mafioso. A trovare la sgraditissima sorpresa ieri mattina, è stato Maurizio Schirone, dipendente della “Imer srl”, ma episodi analoghi si sono verificati anche nel magazzino ortofrutticolo di Vittoria Chioetto e in un cantiere edile della ditta Matarazzo.
La Imer è un’azienda del settore delle pitturazioni, il cui titolare è Domenico Ragone, 43 anni, proveniente da Altamura, ma residente da alcuni anni a Scanzano dove ha deciso di realizzare la sede della propria attività all’interno della zona artigianale della città. «Sono arrivato in azienda -ha raccontato Schirone al Quotidiano- alle 7 di questa mattina (ieri, ndr) come sempre, ho aperto il cancello con il telecomando ed ho visto la bottiglia. A quel punto -ha concluso- ho chiamato il mio datore di lavoro, Domenico Ragone per avvisarlo». Questo episodio è stato denunciato ai carabinieri della Compagnia di Policoro insieme con un altro, mentre sul terzo indaga il locale commissariato. Negli ultimi tempi il Metapontino è riaffiorato agli onori della cronaca per episodi analoghi, tra cui incendi in magazzini di frutta all’ingrosso in prevalenza, ora dopo un periodo di tregua, questo nuovo episodio. Nel frattempo si è tenuta, sempre a Scanzano, anche una iniziativa di “Libera” con don Marcello Cozzi, proprio per sensibilizzare e gridare contro questi atti di natura criminale. «Non ho paura e vado avanti -ha detto Domenico Ragone- non ho mai ricevuto intimidazioni fino ad ora. Vengo da una realtà molto più difficile -ha spiegato- figuriamoci se mi devo piegare dinanzi eventuali richieste estorsive. Secondo me -ha continuato Ragone- la cittadinanza tutta deve scendere in campo con una protesta popolare. Così facendo il disagio socio-economico non potrà fare altro che crescere così come crescerà il livello di povertà di questo paese. Non è infatti, quel che è accaduto, un problema solo mio, ma riguarda la città intera. Infatti -ha concluso- io potrei chiudere domani mattina e licenziare il mio dipendente e non assumere gli altri che ho in procinto di assumere. Non serve l’omertà e quello che va capito». Sull’increscioso episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Policoro, agli ordini del capitano Fernando Carbone, ai quali il titolare della Imer srl si è rivolto. Ieri mattina i militari hanno portato via la bottiglia ed il proiettile per i rilievi del caso, dando il via immediatamente alle indagini.

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