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Un altro importante traguardo è stato raggiunto. La petizione on line lanciata da Il Quotidiano, infatti, ha raggiunto le 27.915 sottoscrizioni. Il consenso arriva da ogni parte d’Italia e del mondo, da parte di persone che hanno deciso di condividere quella battaglia di giustizia a tutela della salute di tutti che si è incarnata nel motto “Liberi dalle Scorie”, il consenso continua a crescere attorno alla petizione che, una volta conclusa, sarà consegnata al Governo nazionale, per chiedere un intervento diretto a rimuovere dal sottosuolo e dal mare calabrese le scorie radioattive che le ‘ndrine vi hanno sepolto nel corso degli anni.
Al 35° giorno, le adesioni hanno superato quota3|12] 27.915. Le scoperte degli ultimi mesi su come la Calabria, le sue coste e il suo entroterra siano state trasformate in una immenza e pericolosa discarica, hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica dati sconcertanti generando una reale preoccupazione per la salute di tutti.
Il Governo, in queste condizioni, deve necessariamente intervenire perché l’emergenza che si sta generando è un problema nazionale sentito da tutti in Calabria, in Italia e nel resto del mondo.
Il dato complessivo va depurato di una ventina di sottoscrizioni che da parte de Il Quotidiano sono state appurate come invalide o perché doppie o perché la procedura di firma non è stata portata a termine in modo corretto.
Queste ripetizioni e questi errori resteranno comunque nella lista a garanzia della sua intangibilità e integrità.
Calabria Radioattiva
2|9]di MATTEO COSENZA
La più grave delle sciagure incombe sulla Calabria: un nemico oscuro che può attentare,se non lo ha già fatto, alla salute di tutti. Ed è questa gravità a spingerci a realizzare l’iniziativa che lanciamo oggi. Da ormai un mese non parliamo che di veleni, di materiali radioattivi, di mare a rischio, di navi trasformate in bombe chimiche, di suoli violati e, quindi, infidi. Lo facciamo ininterrottamente da quel pomeriggio in cui si ebbe la conferma che il sospettato relitto si trovava esattamente nel luogo indicato al largo di Cetraro, con il suo carico malefico di cui immagini più o meno nitide di fusti indicavano la presenza. L’allarme che da anni aleggiava su questa terra e sul suo mare si è materializzato e allora tutti gli altri sospetti, le soffiate, le confessioni di pentiti più o meno credibili e soprattutto i silenzi assordanti di chi sa e tace hanno assunto proporzioni enormi. Si è capito che la Calabria, complici i suoi figli degeneri – quella ‘ndrangheta vile e senza onore che è il cancro diquesta terra – è stata probabilmente la pattumiera di tutte le schifezze indigeste del nostro Paese e non solo. Tutto è da accertare, dalla quantità e qualità dei materiali scaricati in mare o sotto terra all’entità dei danni prodotti alla natura e alla gente. E quello che accade non riguarda solo la Calabria, per quanto qui si avrebbero le conseguenze peggiori, ma l’Italia intera: è una faccenda più grande di Seveso,che pure rappresenta la più grande emergenza ambientale della nostra storia. Occorre, dunque, un grande impegno della comunità nazionale e segnatamente del Governo per garantire nell’immediato la ricognizione puntuale di tutte le aree a rischio, marine e terrene, la bonifica e tutto quello che serve a rassicurare la gente anche eventualmente in termini di prevenzione e cura. Mentre, naturalmente, si devono accertare tutte le responsabilità e perseguire gli autori e i mandanti di quanto è accaduto, chiarendo fino in fondo il ruolo dei servizi segreti. In secondo luogo, pur tra allarmi e preoccupazioni crescenti, da più parti è stata rilevata una singolare assenza di iniziative da parte della collettività. Le mamme di Crotone, che protestano per chiedere la sicurezza dei loro figli che studiano e vivono su terreni compromessi dalle scorie dell’industria che fu, sono un’eccezione. Non mancano le dichiarazioni o le interrogazioni di forze politiche e parlamentari, ma il rituale è il solito. D’altro canto mancano le sedi e i luoghi che una volta consentivano alla gente di partecipare alla vita collettiva. In questi giorni ne abbiamo discusso, anche con associazioni dalla storia consolidata come Legambiente, e da questi due elementi – la dimensione del problema e l’assenza di una adeguata iniziativa pubblica – è nata l’idea della petizione al Governo. Non contiene proclami o considerazioni, bensì ricorda asciutti dati di fatto e soprattutto chiede interventi precisi: la Calabria non può essere lasciata sola perché, anche volendo, non ha gli strumenti, le risorse e le competenze per affrontare un’emergenza strutturale di queste proporzioni. Tocca allo Stato, finché riusciremo a garantirne l’unità da Nord a Sud,fare la sua parte. E la deve fare non solo perché è suo dovere, non solo perché lo chiedono le autorità pubbliche ma perché lo invoca un’intera comunità che è vittima di immondi traffici nazionali e internazionali. Ci auguriamo che siano in molti a firmare la petizione. I primi che lo hanno fatto sono calabresi che amano e onorano la loro terra e che con entusiasmo hanno sottoscritto questo atto di fiducia e speranza. Per rivendicare il diritto a una Calabria libera dalle scorie chiediamo a tutti di firmare. Basterà collegarsi al nostro sito “www.ilquotidianodellacalabria.it”, cliccare il banner “https://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/petizione_liberi_dalle_scorie.htmlLiberi dalle scorie” e seguire le poche,semplici istruzioni, oppure utilizzare il tagliando che trovate sul giornale, compilarlo e farlo pervenire via fax (0984853893) o per posta o consegnandolo direttamente alle nostre redazioni. Le adesioni presentate attraverso il tagliando saranno trasferite sul sito e lì contate e registrate. Ogni giorno sarete informati attraverso il giornale e il sito sull’andamento della sottoscrizionee tra qualche settimana la petizione con tutte le firme sarà consegnata a Palazzo Chigi dove una terra poco ascoltata per colpe sue e per responsabilità esterne potrà far sentire chiara e possente la sua invocazione di aiuto.
N.B – “Il Quotidiano della Calabria” parteciperà alla manifestazione nazionale sull’emergenza ambientale in Calabria che si svolgerà il prossimo 24 ottobre ad Amantea, sul tirreno Cosentino.
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