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RIONERO – «Risultano tutt’ora drammatici e tendenzialmente stagnanti» i dati del divario tra il nord e il sud del Paese, ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel paese natale di Giustino Fortunato, ed ha aggiunto: «Nonostante i risultati non trascurabili, cambiamenti non lievi, i termini di quell’antico divario, pur oscillando nel tempo, conoscendo a più riprese alti e bassi e in parte mutando di natura risultano tuttora drammatici. E allora studino le esperienze dei decenni passati senza superficiali nostalgismi, senza tentazioni impossibili di ritorno indietro, si formulino ipotesi nuove partendo tuttavia dalla lezione fondamentale di Giustino Fortunato, cioè che la politica generale dello Stato deve cambiare guardando alla valorizzazione del Mezzogiorno nell’interesse di tutto il Paese. L’insieme della società italiana deve muoversi nello stesso senso: le sue forze produttive, le energie imprenditoriali, non solo le forze politiche impegnate nel governo della cosa pubblica». Napolitano ha esplicato il concetto citando ancora Giustino Fortunato: «Governo e Paese non ignorino di avere nella questione meridionale il maggiore dei loro doveri di politica interna anche perchè se la nuova Italia non riuscirà a risolvere il problema economico del Mezzogiorno, essa verrà meno a una delle maggiori finalità per le quali è risorta». Lo stesso assillo, ha aggiunto, hanno avuto altri studiosi come Salvatore Cafiero e Pasquale Saraceno. «Il maggiore dei nostri doveri oggi, e lo è con ancor maggior forza – ha concluso Napolitano – è l’affrontare la questione meridionale come questione italiana. Questo deve essere al centro delle celebrazioni del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia».
Napolitano ha chiesto di «abbandonare pregiudizi e luoghi comuni attorno al Mezzogiorno e ai meridionali, atteggiamenti spregiativi che ignorano quel che il Mezzogiorno ha dato all’Italia in vari periodi storici, in particolare la ricchezza degli apporti della sua intellettualità e delle sue elite culturali, da De Sanctis a Croce, essenziali per l’unificazione del paese. Vecchi e nuovi atteggiamenti spregiativi e sommari impediscono di cogliere e trattengono dal riconoscere energie valide, che il Mezzogiorno presenta e su cui occorre far leva».
Aveva preso la parola ringraziando questa terra e i suoi rappresentati istituzionali, compresi quelli che «ho avuto il piacere di ritrovare» a partire dall’ex presidente del consiglio, senatore a vita, Emilio Colombo. Citando anche altre illustri personaggi lucani, più o meno contemporanei, da Chiaromonte a Fortunato.
Prima del Presidente, erano intervenuti lo storico Galasso che ha tenuto una lezione sul Risorgimento e i processi di unificazione e il sindaco di Rionero, Antono Placido che ha ricordato l’impegno e il «contributo» della città e dell’intera Basilicata alle varie battaglie per la libertà che si sono susseguite nel Paese.

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