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di ANTONELLA CIERVO
IL Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha firmato ieri il decreto che autorizza la cassa integrazione straordinaria per 80 dei 140 lavoratori dello stabilimento Ferrosud spa di Matera. Lo ha reso noto il segretario provinciale della Fiom Cgil, Giuseppe Giannella. Il provvedimento della durata di 12 mesi parte dal 4 maggio 2009. «Si tratta ora – ha detto Giannella – di operare affinchè i tempi di attuazione delle procedure per il pagamento delle spettanze avvenga in tempi contenuti, così da soddisfare le legittime esigenze delle maestranze».
Le difficoltà dell’azienda, venduta da Ansaldo Breda al gruppo Mancini di Arezzo, sono aumentate con il passare dei mesi. La carenza di commesse e le difficoltà legate all’erogazione della cassa integrazione straordinaria avevano portato i sindacati a paventare l’ipotesi di manifestare davanti al presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, la cui visita è prevista a Matera l’1 ottobre prossimo.
La firma della Cassa integrazione, in tutti i casi, non risolve le difficoltà come sottolineano i rappresentanti sindacali per i quali a preoccupare sono soprattutto le prospettive occupazionali dell’azienda nel cui stabilimento attualmente lavorano 40 persone.
Giuseppe Amatulli, segretario della Cisl spiega: L’assemblea dei lavoratori ha confermato comunque lo stato di agitazione perchè la vertenza è ancora seria. La cassa integrazione è un ammortizzatore che mantiene viva la speranza ma bisogna lavorare per capire il futuro in termini di investimenti e commesse di Trenitalia. La speranza è che si riaffidino le commesse o che si faccia una scelta di alternativa produttiva».
Per Franco Coppola, segretario della Uil: «La firma è solo un piccolo passo. Ci vogliono i presupposti per una ripresa vera e consolidata di Ferrosud. La questione è innovare e rendere lo stabilimento adeguato ed efficiente. Poi si deve garantire lavoro, riprendendo le commesse sospese di Trenitalia e del Ministero. Serve un iniziativa forte a livello romano per il settore automotive. Non è facile ma se l’azienda ha una consapevolezza diversa, possiamo riuscirci».
Manuela Taratufolo, segretario della Cgil: «La firma serve a far stare tranquilli i lavoratori che finalmente avranno un’indennità. Per noi la risposta certa è ricevere il piano industriale che l’azienda non ha ancora dato, e poi la ripresa delle commesse che ci sono e ci potrebbero essere. E’ assurdo che si continui a non parlare di Ferrosud, ma ci si affidi agli ammortizzatori sociali che per noi accompagnano ma non sostengono i lavoratori».
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