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di RINO TEBALA
Una compagine spenta sul piano agonistico, lenta nella costruzione del gioco, con scarsa intesa tra i reparti come se non avessero mai giocato insieme, distratta in difesa e inconcludente in attacco, con un centrocampo evanescente. Questa è oggi la Reggina. Nessuno vuole essere disfattista, ma a dispetto della buona qualità degli uomini, la squadra messa in campo, con un certo atteggiamento tattico è apparsa priva di carattere, personalità e senza una vera identità di gioco. Tutto approssimativo, tutto lasciato al caso. La Reggina, in ogni partita, ha dimostrato si è no, un quarto d’ora di autonomia perdendo la testa alla prima reazione degli avversari. Novellino afferma che le montagne si scalano piano, piano, ma dopo cinque giornate bisogna anche guardare la realtà in faccia. Realtà che non è quella che tutti si prefiguravano alla vigilia della stagione. La gente non è contenta? Non può esserlo, anche se il tifo non mancherà mai. Le disfunzioni tattiche e tecniche, sono sotto gli occhi di tutti ed a confermarlo è lo stesso tecnico che si dichiara pronto a lavorare per uscire da questo ‘impasse’. Le difficoltà di questa squadra, dopo un primo tempo accettabile, sono emerse evidenti negli stessi settori di sempre. Al centro della difesa non ci sono marcatori di razza. Con Capelli e Valdez, la situazione è apparsa migliorata, ma con Cascione al posto di Valdez, i saltatori del Cittadella hanno fatto festa in area amaranto. E’ leggermente migliorata la situazione sulle fasce, in difesa, dove da un lato, a marcare, c’era Lanzaro. Un po’ meno a sinistra, dove Rizzato è stato spesso soppiantato dal diretto avversario. Tutta la fascia sinistra, per la verità, ha fatto acqua. Con Barillà fuori condizione, il Cittadella ha trovato ampi spazi di manovra catturando una miriade di palloni per riproporsi con continuità, soprattutto nella ripresa. Il passo lungo dei giocatori del Cittadella, aggressivi e tenaci nella loro azione, ha anche avuto il sopravvento su Carmona e Volpi, a centrocampo. E’ stato difficile per i due centrali amaranto, vincere qualsiasi duello nei ripetuti contatti fisici. E se nel primo tempo Carmona è stato ben supportato dalla condizione fisica, facendosi notare per scatto e anticipo, dopo avere speso molto per farsi largo tra i ‘giganti’ avversari, ha finito per pagare pegno alla distanza, quando gli sono mancate le forze per vincere qualsiasi sprint finale. Basta rivedere la partita per rendersi conto che quell’attenzione e quella tenacia dimostrata nel primo tempo non era frutto di un gioco naturale, sciolto e di un impegno duraturo. Era determinato dalla voglia matta di reagire alla sconfitta del turno precedente, con tanto di energie utilizzate per fare fronte ad un avversario, apparso anche più preparato sul piano fisico. In conclusione, quindi, quando il Cittadella ha serrato le file, producendo il massimo sforzo per aggredire la Reggina, ha trovato una squadra ormai spremuta a centrocampo, sempre inconsistente sulle fasce e addirittura, più indebolita in difesa dove l’attenzione e cominciata a calare fino a subire puntualmente, l’iniziativa avversaria. Una sola punta, inoltre, non ha creato problemi insormontabili alla squadra ospite. Cacia al posto di Bonazzoli, nel secondo tempo, è stato lasciato spesso in fuorigioco e quando ha potuto giocare qualche pallone si è trovato sempre stretto in una morsa difensiva molto stretta che non gli ha consentito ampi spazi di manovra. Vedi il colpo di testa finale effettuato senza la necessaria forza e quindi facilmente intercettato da un difensore, mentre nell’unica opportunità avuta con libertà di tiro, il portiere gli ha impedito di deviare con sufficiente calma un pallone finito desolatamente fuori. Novellino è convinto che questa squadra ha grandi margini di recupero e lo credono anche i tifosi, ma la realtà di oggi è ben diversa. Bisogna anche dirlo, perché le premesse non sono buone, ci vuole una inversione di tendenza. La squadra, caratterialmente, ammette Novellino, non è come se l’è creata. Ha ragione. Sarà una questione di motivazione o di atteggiamento tattico? Sarà un problema di organico o di limite strutturale della squadra? Martedì è già domani e bisogna affrontare l’ostico Frosinone in trasferta.

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