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di ANTONIO CIAMPA
Dalla prima posizione al centro classifica. E’ questo il timore che la Catanzaro calcistica sta vivendo in queste ore a causa del deferimento che la Procura Federale, su decisione della COVISOC, ha richiesto alla Commissione Disciplinare della Federazione a causa dei mancati pagamenti di alcune poste fiscali e previdenziali in cui oltre al Catanzaro, erano incorsi anche altre dodici squadre tra prima e seconda divisone tra cui la Vibonese la cui posizione è però nettamente più leggera di quella dei giallorossi visto che gli si è imputata un’unica infrazione rispetto alle quattro contestate all’FC. La decisione della Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico, attesa per ieri, è però slittata, a mente di quel che si legge in un apposito comunicato rilasciato in serata dalla FIGC, alle prime giornate della prossima settimana a causa della complessità delle situazioni da vagliare. Così, almeno per quanto riguarda la prossima sfida in casa del fanalino di coda Noicattaro, il Catanzaro si potrà presentare legittimamente quale prima della classe prima di dovere pagare il fio dovuto a causa dell’insipienza della passata gestione che ha lasciato in eredità la serie di poste non pagate e di adempimenti non portati a compimento che potrebbero inficiare, almeno in parte, il cammino della squadra di Auteri VERSO NOICATTARO – Alla “tosta” seduta del giovedì, utilizzata da Auteri per provare e riprovare, prima sull’intero terreno del Curto e poi in metà campo, le posizioni tattiche ed i movimenti in vista della trasferta pugliese, non hanno preso parte Montella ed il giovane Ferrara mentre De Franco si è fermato prima del termine della seduta a causa di un pestone. Nessuna allarme in particolar modo per Montella che ha probabilmente soltanto risentito più degli altri della seduta di allenamento dello scorso mercoledì svoltasi sotto un violento acquazzone che non ha certamente facilitato il compito degli atleti in giallorosso.
IL “PROFESSORE” BRUNO
E’ letteralmente un giocatore ritrovato. Dopo la scorsa annata con troppi momenti scuri e pochissimi bagliori di luce, Alessandro Bruno sta finalmente facendo vedere le qualità che l’avevano fatto designare come uno dei migliori acquisti della scorsa stagione. Additato, in estate, come possibile partente – anche a causa di un ingaggio non in linea con i proclami di austerità giallorossi – il giocatore beneventano ha messo la marcia in più fin dal precampionato di Moccone conquistandosi infine i galloni da “professore” del centrocampo giallorosso con quattro gare d’esordio l’una più convincente dell’altra: “L’avevo detto a Moccone che quest’anno sarebbe stato diverso. Ho sentito fin da subito la fiducia di tutto lo staff e dei miei compagni e questo mi ha spinto subito ad impegnarmi a fondo per dimostrare che io al Catanzaro potevo e posso continuare a dare tanto”. Bruno non le manda a dire quando si tratta di spiegare i perché di tale metamorfosi facendo probabilmente fischiare le orecchie di Nicola Provenza: “L’anno scorso ho giocato poco ed in ruoli che non erano i miei. Ho accettato per amor di patria ma sapevo che giocando fuori ruolo mi sarei solo esposto a brutte figure. Quest’anno, con Auteri, le cose stanno andando subito per il giusto verso. Mi ha affidato compiti importanti e credo di stare ripagando la fiducia che mi è stata accordata”. Anche Bruno, come gran parte dell’ambiente, quasi si stropiccia gli occhi nel commentare prestazione e classifica (senza penalizzazione) del Catanzaro: “Onestamente non credevo potevamo partire così forte. Avevo qualche perplessità che però, vedendo il lavoro compiuto con i miei compagni, si è dissolta. Abbiamo una squadra che può ben figurare fino al termine della stagione e che può “costringere” i tifosi a ritornare allo Stadio che è uno degli obiettivi che ad inizio stagione ci siamo prefissi”. Le ultime parole Bruno le indirizza verso l’ex compagno Marchano con il quale aveva particolarmente legato, colpito da una terribile lutto: “Quando ho saputo dell’accaduto sono scoppiato a piangere. Posso solo immaginare il dolore di Mauro per la perdita della moglie e del figlio che era la sua ragione di vita. Spero solo che la sua famiglia ed il Signore gli diano la forza di ritornare a pensare al calcio”.

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