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ROMA – Fonti della Difesa hanno reso noto i nomi dei sei militari italiani morti in Afghanistan, le cui famiglie sono state avvisate. Si tratta del tenente Antonio Fortunato, originario di Tramutola; del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); del sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto, e del primo caporal maggiore Massimiliano Randino, originario di Pagani.
IL TENENTE LUCANO
Il tenente Fortunato, di soli 35 anni, era nato a Lagonegro, ma ha vissuto diversi anni a Tramutola, in provincia di Potenza, dove risiedono tuttora i suoi genitori che non sono più nella loro abitazione, situata in una contrada di campagna : i Carabinieri li hanno prelevati a trasferiti altrove, per sottrarli alle telecamere e ai cronisti e far vivere loro in maniera privata questo momento di dolore. Secondo quanto si è appreso, Fortunato era sposato e la moglie è anche lei originaria della Val d’Agri: la coppia viveva a Siena, nella zona dove l’ufficiale prestava servizio.
LA FAMIGLIA
Il giovane lucano, che comandava la pattuglia che ha subito l’attentato di questa mattina a Kabul, lascia la moglie Gianna, insegnante precaria, e un figlio piccolo. Con la famiglia si era stabilito da alcuni anni nelle vicinanze di Siena, a Badesse, dove l’abitazione è visitata da colleghi, amici e parenti che stanno portando il loro conforto. La moglie del tenente Fortunato ha appreso in caserma della morte del marito. Lo ha reso noto il colonnello Benito Milani del 186esimo Reggimento della Folgore di stanza a Siena. «Stamattina noi purtroppo abbiamo dovuto dare la notizia alla moglie – ha detto il colonnello Milani – che si era precipitata in caserma quando ha appreso la notizia dell’attentato, non sapendo che era coinvolto. Abbiamo dato il massimo supporto alla moglie, affiancandole anche una psicologa, so che poi successivamente è stato informato anche il bambino».
Il tenente Fortunato era molto conosciuto nella piccola località di residenza, dove i vicini sono al corrente delle sue missioni all’estero con la brigata Folgore.
«Era un uomo grande, maestoso, che amava profondamente il suo lavoro»: così, tra le lacrime, la cugina Antonietta ricorda l’ufficiale morto nell’attentato di Kabul. Nella casa dei genitori di Fortunato, in campagna, stanno arrivando i parenti che risiedono nel paese lucano, mentre i genitori e i fratelli (Alessandro e Teresa) sono in viaggio per la Toscana. «Antonio – ha aggiunto la cugina – non venivaa spesso in paese. Quando lo faceva si fermava a casa dei suoi genitori. Per me – ha proseguito Antonietta, che ha un anno meno del tenente – lui era come un fratello. Amava il suo lavoro, per lui ogni missione era un’avventura dalla quale portare a noi della famiglia qualcosa di nuovo».
LE REAZIONI
Il padre di Antonio Fortunato «aveva paura per il figlio e per le sue missioni in Afghanistan». Così racconta il sindaco di Tramutola Ugo Scalera, il quale, parlando con i giornalisti, ha aggiunto che «il padre, la madre, il fratello Alessandro e la sorella Teresa sono partiti per Monteriggioni (Siena), dove l’ufficiale risiedeva».
«Antonio – ha aggiunto il sindaco – dopo la leva militare, 15 anni fa, aveva cominciato la carriera nell’esercito. In paese veniva per salutare i genitori. L’ultima volta è venuto qui, a maggio, prima di partire per l’Afghanistan. Il padre – ha continuato Scalera – è una persona laboriosa, così come il resto della famiglia. Lui parlava delle sue preoccupazioni per le missioni del figlio in Medio Oriente». Lo stesso sindaco ha fatto esporre la bandiera a mezz’asta e proclamerà il lutto cittadino il giorno dei funerali delle vittime dell’attentato di oggi a Kabul.
«Tragicamente, ancora una volta, l’Italia, il Mezzogiorno e la Basilicata pagano un prezzo altissimo per sostenere lo sforzo di pace con cui già da tempo si cerca di riportare a maggiore democrazia e stabilità geopolitica nazioni fin troppo provate dagli assurdi assalti del fanatismo religioso e dalle piaghe del terrorismo – ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo –
Come molti altri militari stanziati in Afghanistan, Antonio ha saputo svolgere con abnegazione e totale altruismo il significato più autentico della sua missione, portando anche una concreta testimonianza di come possono essere coraggiosi e generosi i lucani dinnanzi ai propri compiti di responsabilità.
Per questo con lui, la Basilicata perde un uomo straordinario ed un soldato di pace».
Il senatore a vita Emilio Colombo, in un telegramma alla famiglia del tenente Antonio Fortunato, ha espresso profonda tristezza per la tragica scomparsa dell’ufficiale, avvenuta oggi in Afghanistan nell’attentato ad un convoglio di militari italiani. «Desidero esprimere a lei e ai suoi familiari – ha scritto Colombo al padre di Fortunato – sincera e fraterna partecipazione al vostro dolore, che è certamente quello di tutti gli italiani e di tutti i lucani».
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