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«Domani il Governo risponderà alla Camera al question time del Pd sulla vicenda delle navi dei veleni». A comunicarlo è il primo firmatario dell’interrogazione del gruppo democratico, Ermete Realacci.
Realacci evidenzia come l’importante ritrovamento del relitto affondato a largo di Cetraro costituisca un elemento determinante per affrontare con nuovo vigore «le inchieste chiuse, forse troppo frettolosamente e le indagini mai correttamente approfondite su una pratica assai diffusa che ha visto, tra gli anni Ottanta e Novanta, una quarantina di navi affondare misteriosamente nei punti più profondi del Mediterraneo».
«Quello delle navi cariche di rifiuti radioattivi o pericolosi affondate per dolo», spiega Realacci, «è uno dei misteri italiani che da troppo tempo attende una risposta. Il Governo dovrà riferire su come intende intervenire su questa situazione di assoluta gravità in cui c’è in gioco la salute di migliaia di cittadini e la tutela dell’ecosistema marino».
Sul caso della nave ritrovata nel Cosentino è intervenuto anche l’assessore regionale all’ambiente, Silvio Greco: «E’ l’intero Mediterraneo, dall’Adriatico al Tirreno dal Canale di Sicilia all’Egeo, ad essere coinvolto nell’inabissamento delle navi dei veleni, problema che oggi si presenta in Calabria, scoperto grazie alla testardaggine della Procura di Paola e della Regione».
Mercoledì 23 settembre, a Roma, è stata convocata una riunione della Commissione Ambiente e Protezione civile degli assessori regionali di cui Greco è coordinatore. «Senza un meticoloso lavoro di indagine della magistratura – prosegue Greco – con la necessaria verifica strumentale ottenuta dalla Regione Calabria, non si sarebbe giunti alla scoperta della Cunski. Ora che il velo è stato alzato bisogna realizzare una mappa mediterranea, perchè mancano all’appello forse trenta mercantili utilizzati per far sparire rifiuti tossici, nocivi e radioattivi».

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