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di ANTONELLA CIERVO
«VIVO quest’esperienza convinto che da un giorno all’altro possa finire e io torni a fare l’avvocato a tempo pieno.
Ma tanto so che fra un po’ di tempo sarò ancora qui».
Il sindaco Emilio Nicola Buccico sa di non essere in un momento idilliaco, si lascia andare non ad un amaro sfogo ma ad una valutazione che non trascura critiche e stoccate, come nel suo stile, avendo dalla sua, spiega , il grande amore per la sua città, per la sua Matera.
Sul ruolo di Guido Viceconte avverte: «Se si tratta di un pretesto totemico nei miei confronti, non lo accetto perchè ho un gruppo umano capace, vivo che mi sostiene.
Mi sono doluto delle smagliature di un partito che deve crescere e nascere bene e in Basilicata c’è bisogno di un partito liberale di massa…»
Dicono che i cittadini si sono pentiti di non averlo votato? «Questa valutazione è solo frutto di opinioni personali.
Non possiamo sottovalutare il fatto che, come scrive oggi Marcello Pera su “Il Foglio”, l’economia è precaria, i partiti vivono momenti di incertezza, non sono più sede di confronto ideologico anche esaspserato, come esisteva una volta e manca il rapporto con i cittadini, per rappresentarne la tutela».
In questo contesto come colloca il caso-Matera?« Io vengo da un accordo politico fra una forza qualificata di centrodestra e più forze civiche che hanno dimostrato di aver abdicato, fallendo il loro compito con una diaspora. Tutto ciò ha impedito la saldezza della maggioranza che può aver dato l’impressione di un percorso non sereno.
Ma invece non è così. La cronaca di questi anni andrà scritta fra qualche anno. Negli ultimi due ani d’altronde, abbiamo assistito a cambiamenti di cambio e a fenomeni di “laurismo” politico. Ci si rende conto che gli sforzi e le aspirazioni non trovano corrispondenza». In politica ci si sente spesso soli. Lei vive questa condizione?
«I partiti non sono più quelli di una volta. Il PdL sta attraversando una fase di nuova formazione, da un partito che aveva una storia, una tradizione, protocolli e consuetudini che non esistevano nell’altro partito che era più mediatico. In questa fusione io ho invocato maggiore confronto, capacità ideologica. I partiti ormai sono in secondo piano. Non c’è solo la PdL, ma c’è anche la crisi del Pd con le dimissioni di un segretario cittadino storico, con i conflittualismi che emergono da tutte le parti. Non ci si riesce a riappropriare del ruolo della politica. Per questo lavoro sempre come se domani dovessi cessare di fare il sindaco. Lavoriamo in una condizione di continua marginalità e per questo io, per primo, non ho mai preso l’indennità di sindaco e ho ridotto notevolmente le spese della politica. In questo quadro ci sono alcuni aspetti che hanno segnato il punto di distacco che hanno segnato il modo di fare politica e su cui ho puntato, a cominciare dalla marginalità sociale. Extracomunitari, portatori di handicap, anziani hanno potuto contare su servizi maggiori con fondi che abbiamo incentivato».
Il lavoro, per Buccico, non deve diventare arma di ricatto. «Ho aspettato che passassero le elezioni per stabilizzare i precari della città. E oggi posso dire di esserci riuscito».
Rispedisce al mittente le accuse di immobilismo anche sotto il profilo culturale, rimarcando l’obiettivo finale della sua attività: Matera capitale della cultura nel 2019.
«Abbiamo cominciato con la nascita del museo demoantropologico e poi con il concorso internazionale per piazza della visitazione, fino al recupero della Cava del Sole per la quale stiamo ottenendo richieste che valuteremo all’insegna della qualità». A chi lo accusa di giustizialismo risponde chiarendo: «Ho indotto un grande spirito di legalità nell’attività amministrativa, di rinnovo della democrazia».
L’Udc di Casini ha un orientamento a livello nazionale che Buccico dice di comprendere: «Vogliono mantenere le loro posizioni. Sotto il profilo locale, vedremo cosa decideranno». La città attende, in queste ore, i provvedimenti successivi all’approvazione della variazione di bilancio che porterà alla stabilizzazzione degli Lsu e alla redazione del Piano Strategico. L’opposizione ha chiesto di scindere le due voci principali, accusando l’amministrazione di voler provocare un atto irresponsabile. Buccico spiega, senza mezzi termini: «E’ una tempesta in un bicchiere d’acqua per la quale sono state usate anche parole sproporzionate. Invito dunque alla moderazione linguistica e sono pronto a presentarmi con tutti i miei vocabolari per parlare con i consiglieri dell’opposizione. Siamo disponibili ad ogni richieste, ma devono essere seguite tutte le regole della tecnica amministrativa».

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