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«Forse ci sarebbe davvero bisogno di una iniziativa straordinaria e dirompente da parte del Governo finalizzata a commissariare la gestione dei lavori sulla A3 individuando le specifiche responsabilità e chiedendo il conto al suo principale protagonista: l’Anas». Il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, all’indomani della notizia della decisione del Consorzio Scilla (Impregilo-Condotte) di chiudere i cantieri nel tratto tra Scilla e Reggio decide di prendere posizione e lo fa senza mezzi termini. «La poca quanto, ahimè, generalizzata considerazione nei confronti del Mezzogiorno e della Calabria – prosegue De Rose – e la superficialità con la quale si trattano i problemi del loro sviluppo e della loro crescita fa sì che si possa verificare, come successo, che d’improvviso un’opera importante e decisiva come l’ammodernamento dell’A3 si blocchi inspiegabilmente in uno dei suoi lotti più importanti aggiungendo disagi ed incognite ad una popolazione che, per tutta l’estate, è già stata vittima passiva di tanti altri problemi. Può – si chiede De Rose – un’intera comunità vedersi negato il diritto alla mobilità da situazioni spesso anche strane ed inspiegabili che si trascinano da anni e che sembrano non trovare mai un punto di arrivo e di soluzione?». Il presidente degli industriali calabresi aggiunge poi «che l’autunno per i calabresi potesse essere caldo, lo si era già immaginato, troppe le delicate questioni irrisolte e rinviate. Che potesse essere, climaticamente parlando, più rovente e complicato dell’estate che sta per lasciarci forse era meno prevedibile». De Rose «evidenzia tutta la preoccupazione e l’incertezza degli imprenditori alla ripresa delle attività, ancora condizionati da una crisi che in Calabria è ulteriormente aggravata da una serie di fattori specifichi che ne moltiplicano gli effetti già di per se drammatici. Già da molto tempo – prosegue – avevamo sottoposto, come Confindustria calabrese, all’attenzione dell’opinione e non solo di quella pubblica, una serie di questioni, dalle banche alle infrastrutture, che ritenevamo basilari per lo sviluppo della nostra regione. Lo abbiamo fatto in maniera preventiva ancorchè in perfetta solitudine, prima che i problemi scoppiassero, secondo il sempre saggio detto: meglio prevenire che curare».

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