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4 minuti per la lettura

di MICHELANGELO FERRARA
e MARIANGELA LISANTI
FERROSUD, Natuzzi, Nicoletti. Tre nomi che dicono molto e dietro ai quali ci sono le speranze interrotte di migliaia di famiglie. Solo nel polo del salotto i posti di lavoro persi sono ormai 4000. Una cifra che getta un’ombra minacciosa sul futuro dei lavoratori che da ieri, 1 settembre, fano i conti con nuove crisi e altre porte che si chiudono.
Non perdono le speranze, infatti, i tanti precari che da più di una settimana protestano contro i tagli operati dal governo al personale scolastico, gettando nella disperazione tante persone che, dopo tanti anni di sacrifici, ora si ritrovano senza un posto di lavoro.
Da ieri mattina il presidio si è trasferito dal piazzale antistante l’U.S.P. al piazzale antistante la Prefettura per rendere «Più visibile ed incisiva l’azione di sensibilizzazione ed informazione».
L’intento principale, così come hanno spiegato i rappresentanti sindacali, è quello di rendere partecipi tutti i cittadini della grave emergenza che attanaglia la nostra provincia e la nostra regione.
Si aspetta tra qualche giorno la risposta da parte della Provincia; giovedì scorso, infatti, le organizzazioni sindacali e i docenti si sono incontrati nella sede dell’ente per approfondire le ragioni della mobilitazione.
Dopo la conferenza di servizio, richiesta dal presidente Franco Stella, il presidio è proseguito ed ora si attendono risposte su questa grande situazione di disagio e talvolta di disperazione che circa 350 famiglie dovranno affrontare per la perdita del posto di lavoro.
Le istituzioni locali si sono impegnate a ricercare soluzioni immediate per far fronte all’emergenza disoccupazione nella scuola, istituendo un tavolo permanente che accerti il numero dei precari che quest’anno non avrà nessun rapporto di lavoro. Nel frattempo il personale precario della scuola continuerà la protesta fino a quando non saranno adottati provvedimenti concreti a favore del personale “storico” della scuola che, a causa del “selvaggio taglio degli organici”, si ritroverà senza alcuna opportunità lavorativa e senza alcun ammortizzatore sociale.
Si chiede, pertanto, a gran voce, una partecipazione collettiva alla protesta: è necessario l’intervento di tutti, così come ribadito ieri durante una conferenza stampa, affinché l’azione diventi più forte e concreta; ci si aspetta la partecipazione anche dei docenti di ruolo, dei genitori degli alunni, delle associazioni e di tutti i cittadini.
Dalle 10 di ieri e fino a quando la vertenza non sarà affrontata nel modo dovuto, intanto, i lavoratori dell’Ipermercato Carrefour di Venusio effettueranno un presidio permanente dinnanzi alla Prefettura.
Il piano di rilancio presentato dalla Coop Estense riguardo al futuro del punto vendita materano non convince i lavoratori che dovranno attendere circa tre anni per un “ riequilibrio economico” dettato dall’azienda.
In sintesi l’obiettivo è quello di convertire l’Iper di Matera in lower cost con un’organizzazione del lavoro semplificata dell’organico impiegato, un abbassamento dei livelli di inquadramento, interscambiabilità di mansioni e introduzione di flessibilità di orari e turni con l’impiegato di personale assunto a tempo parziale 8 massimo 24 ore).
« Con questo presidio permanente – afferma Marcella Conese segretaria della Filcams Cgil – invitiamo Regione e Prefetto ad assumersi le dovute responsabilità per evitare perdite di posti di lavoro.
Bisogna che si apra a livello territoriale una trattativa per vedere come applicare il modello Coop Estense, cercando soluzioni alternative agli ammortizzatori sociali e garantendo ai 140 dipendenti una continuità lavorativa.
È evidente che la cooperativa ha intenzione di mettere mano ai livelli occupazionali, ma è altrettanto evidente che non si possono far pagare ai dipendenti i costi delle ristrutturazioni e dei nuovi insediamenti».
Le intenzioni di dimensionamento del gruppo Coop, ad un mese dall’insediamento ufficiale, preoccupano l’intero assetto del personale che rischia di ridursi del 50% con una nuova emorragia di posti di lavoro per un territorio che vive la crisi già per altri settori produttivi.
«Il progetto lower cost presentato dalla Coop – afferma Saverio Castoro Rsu Cgil – ci preoccupa fortemente per le ricadute occupazionali che si creerebbero con la diminuzione dell’assortimento dei prodotti, visto che il punto vendita di Venusio gode di un’ottima collocazione territoriale che ci consente di avere un bacino di utenza piuttosto esteso.
Quello che ci preoccupa maggiormente è il rischio a cui sono sottoposti il personale full time e di secondo e terzo livello visto che si avranno solo cinque responsabili inviati dalla Coop e sei capi squadra full time.
Questo presidio – conclude Castoro – serve per stimolare al più presto un incontro nelle sedi istituzionali per non arrivare impreparati al 12 ottobre».
A gran voce i lavoratori chiedono un intervento forte delle istituzioni per difendere i livelli di occupazione attuali e scongiurare la crisi già avvertita in altri comparti produttivi.
In serata i sindacati hanno incontrato alla Regione l’assessore alle Attività produttive, Gennaro Straziuso e l’assessore all’Ambiente Enzo Santochirico, insieme al dirigente del settore, Laurenza. Dal vertice è emerso l’impegno della Regione a convocare al più presto il gruppo coop estense per definire modalità e prospettive della struttura materana, cercando di garantire i livelli occupazioni dei 140 dipendenti.
I lavoratori si dicono soddisfatti dell’evolversi della vicenda, ma proseguiranno il presidio fino a che non giungeranno segnali concreti in merito al loro futuro occupazionale.
Oggi, intanto, comincia il secondo giorno della protesta, all’ombra del gazebo sistemato in piazza Vittorio Veneto a pochi passi dagli insegnanti e dal personale Ata che rischia il proprio futuro.

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