5 minuti per la lettura
POTENZA – C’era una volta la tangenziale. Anzi, c’era il progetto di una tangenziale. Quella comoda che da contrada Dragonara sarebbe sbucata sulla Basentana e che avrebbe consentito un passaggio veloce fino agli uffici regionali senza attraversare ingorghi in strade cittadine. Vuoi mettere la comodità in un capoluogo che accentra il traffico burocratico e veicolare dell’amministrazione? Quattordici milioni di euro di fondi Fas: sono andati persi. Due volte, e sempre per imperdonabili ritardi dell’ente pubblico che della Viabilità ha più di altri competenza. Forse la Provincia ha aspettato troppo, tra un passaggio e l’altro. Adesso, sembra che l’ultima speranza di non perdere i finanziamenti sia legata alla procedura di Via (valutazione di impatto ambientale): solo una scelta di viale Verrastro a non richiederne la necessità (secondo la legge è la Regione che con uno screening decide l’obbligaorietà o meno della valutazione), potrebbe lasciare il tempo utile ad appaltare i lavori. Ma per un’opera simile, soprattutto in pieno Potentino, tra terreno e territorio, sembra assai improbabile. Allora, visto che la procedura di Via richiede almeno un anno per arrivare al responso, il finanziamento sembra più che sfuggito. L’attesa si paga. Sempre. Questa volta, forse, sembra sia costata un po’ troppo.
LA TANGENZIALE UTILE
La tangenziale Dragonara – Basentana è parte – almeno nel progetto – di un sistema di viabilità che alla città ha portato anche il Nodo del Gallitello. Sistema complessivo che alle infrastrutture richiama fondi ingenti, da non sprecare. Se quelli per il nodo (28 milioni di euro) erano stati dirottati dall’aeroporto non più realizzabile (secondo il diniego ricevuto dall’Enac) a Piani del mattino, quelli per la tangenziale hanno pagato un iter che trova conto nel dibattito recente della politica cittadina.
ENTI A CONFRONTO
Era il novembre del 2004, Santarsiero era diventato sindaco della città al primo mandato da pochi mesi e a quel progetto lo aveva appena avviato da presidente della Provincia di Potenza: al suo posto, a piazza Prefettura, si era insediato Sabino Altobello. Entrambe le amministrazioni di centrosinistra. Passato il testimone, una volta a Palazzo di città il sindaco comunque si dice «soddisfatto» dopo il primo incontro interistituzionale tra i due enti. Quell’opera consentirà da un lato di risolvere il problema del congestionamento dell’area ovest della città, dall’altro – si legge nel resoconto dell’epoca – consentirà (avrebbe consentito?) a Potenza e al suo hinterland «di aprirsi sempre di più verso l’esterno incrementando la sua attrattività sotto ogni punto di vista». Cosa di non poco conto visti i progetti metropolitani del capoluogo. Alla fine del 2004, sempre secondo le note ufficiali, erano disponibili circa 10 milioni di euro. La fase di progettazione preliminare è stata affidata a tecnici comunali, mentre la stesura dei progetti definitivi ed esecutivi è dalla Provincia.
IL PROGETTO
Una delle proposte che prendono piede in fase di progettazione prevede un tratto di 800 metri dall’uscita Potenza ovest, per chi proviene da Tito, con «uno svincolo con quattro rampe d’accesso – si legge negli atti – Circa 400 metri di strada che sovrappasseranno il raccordo autostradale e si congiungeranno con l’arteria che avrà una lunghezza di circa un chilometro e ottocento metri». Neanche un mese dopo la Sat – la stessa società a compartecipazione comunale che ha disegnato il Nodo del Gallitello – presenta un primo studio di fattibilità. E poche settimane dopo arriva la firma di un programma quadro che “sfiora” anche questa infrastruttura. Mentre con la delibera Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) si assegnano al comune i 28 milioni di euro per il Nodo complesso del Gallitello, si assegnano ulteriori fondi, con un’intesa con la Regione Basilicata e la Provincia di Potenza, al tratto di tangenziale Dragonara-Valle Paradiso-Basentana «che potrà disporre di risorse aggiuntive per 4 milioni di euro». Si arriva così a un totale di 14 milioni di euro.
IL TEMPO SCORRE
Il tempo passa e poco si muove. Parte della politica, non necessariamente di opposizione, insorge. Nell’ottobre del 2007, l’Udeur (oggi Popolari uniti) denuncia «gli inaccettabili ritardi», tali «da porre a rischio la realizzazione della fondamentale opera. Tale eventualità che potrebbe concretizzarsi se l’amministrazione provinciale non provvederà all’aggiudicazione dei lavori appare di una gravità assoluta». Così recitava una nota dell’allora presidente del consiglio comunale, Antonio Triani. Grave, visto che «per l’opera in questione il comune ha già individuato i fondi di sponda grazie ai quali poter procedere». Arrivano le rassicurazioni: la tangenziale si conferma opera “strategica”. E’ il responso di un incontro sempre dell’ottobre 2007, tra Comune, Regione e Provincia che dà garanzie di avviare le procedure d’appalto a breve, entro il marzo 2008. Salvo ricordare che il primo bando di gara per la progettazione definitiva ed esecutiva della tangenziale risale al 22 ottobre 2005.
SE LA LEZIONE NON SERVE
Grave il ritardo, grave non aver imparato la lezione. Il presidente della terza commissione provinciale, Nicola Acucella (ex Pd, oggi Idv) in una riunione del dicembre 2007, a riepilogare il quadro spiega che proprio non sarebbe stato il caso di ritardare ulteriormente – si legge nel resoconto – vista «l’esperienza del passato, perché si corre il rischio della decadenza del finanziamento». I soldi per la tangenziale, quei 14 milioni di euro, la Provincia li aveva già persi una volta. Poichè sarebbe stato impossibile garantire (sempre a causa di ritardi accumulati) l’appalto dei lavori entro il termine stabilito del dicembre 2007, pur di non perdere fondi importanti, erano stati dirottati sul completamento dell’Oraziana. Per la tangenziale se ne sono recuperati altri 14 grazie a un finanziamento per la Regione Basilicata di fondi Fas, quelli per la aree sottosviluppate, quelli che la politica in difesa del Sud, centrosinistra locale in testa, ricorda saccheggiati dal governo centrale in favore del settentrione avanzato. Eppure, ad averli, il rischio è che proprio al Sud non si riesca a uilizzarli.
E ADESSO, LA VIA
Per essere in tempo con l’acquisizione dei pareri, la conferenza di localizzazione avrebbe dovuto chiudersi entro il 31 gennaio 2008. La conferenza di localizzazione darà l’approvazione all’opera il 14 gennaio 2009. Il comune il suo lo fa. L’adozione della variante urbanistica alla localizzazione della tangenziale arriva all’unanimità.
A breve arriverà il responso sulla Via da viale Verrastro. Ma la sensazione è che, qualunque soluzione sarà individuata tra Provincia e Regione, sia comunque in netto ritardo.
Sara Lorusso
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA