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Il quadro che emerge dallo studio dell’Istituto Demoskopica, reso noto dal presidente Raffaele Rio, non è certo dei più confortanti. La crisi economica ha portato ad un taglio dei consumi delle famiglie calabresi di oltre 492 milioni di euro pari all’1,7 per cento del Pil regionale. Dallo scorso anno, «16 mila nuovi nuclei familiari calabresi sono diventati poveri». Dal Borsino dei consumi realizzato da Demoskopika emerge che sono state ridotte le spese per la salute, gli alimentari e la casa, ma anche per i libri, i teatri, le vacanze, i parrucchieri, i ristoranti e l’abbigliamento. Più spese, invece, per le abitazioni, i combustibili e l’energia «legata probabilmente ai rincari». Dal 2007 al 2008 quasi 760 mila nuclei familiari hanno ridotto i loro consumi di oltre 492 milioni di euro. Una contrazione pari al 2,8% rispetto al 2007. «Le difficoltà economiche delle famiglie calabresi – ha sostenuto Rio – sono il risultato di un processo che dura da qualche anno, ma che la crisi finanziaria ha aggravato. Le famiglie hanno modificato il proprio stile di vita. La contrazione della spesa è dettata da una elevata preoccupazione per il futuro e rischia di avere conseguenze negative sui comportamenti di consumo che solo in parte possono essere previsti. In conseguenza di queste dinamiche l’incidenza della povertà relativa in Calabria è aumentata di 2,1 punti percentuali passando dal 22,9% del 2007 al 25% del 2008. In altri termini la crisi economica ha costretto alla povertà relativa oltre 16 mila nuove famiglie calabresi rispetto all’anno precedente». Quello che serve, dunque, è un piano di rilancio e Demoskopica conferma «la disponibilità ad aiutare la Regione Calabria a mettere in campo un piano per favorire la ripresa dei consumi partendo dal blocco del prezzo di un paniere di prodotti di largo consumo e dalla valorizzazione delle aree commerciali comunali».
Dallo studio emerge che si spende decisamente di meno, circa 160 milioni di euro (-20,53%), per la categoria «Tempo libero e cultura»: cinema, teatro, libri, dvd e cd, etc. A seguire abbigliamento e calzature, servizi sanitari e spese per la salute. In rosso anche tutto ciò che riguarda le decisioni di acquisto relative agli istituti di bellezza e ai parrucchieri, alle vacanze e ai ristoranti: la flessione della categoria “Altri beni e servizi” ha subito, nel solo 2008, un calo del 12,58% pari a oltre 201 milioni di euro. «Di segno negativo, infine, anche i capitoli del bilancio domestico legati ai Tabacchi» con un taglio dai budget familiari di 23 milioni (-10,96%), agli «Alimentari e bevande» con poco meno di 392 milioni (-8,49%), agli «Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa» con 83,5 milioni (-7,56%) e, infine, la categoria relativa alle «Comunicazioni» con un taglio di oltre 30 milioni pari al 6,75%. In crescita, invece, nelle decisioni di acquisto delle famiglie calabresi, rileva Demoskopika, l’andamento delle rimanenti voci del budget: «Istruzione» con 151 milioni di euro (+94,27%), «Combustibili ed energia» con 235,5 milioni (+28,14%), «Abitazione» con 232,8 milioni (+6,95%), e «Trasporti» con 119,4 milioni (+4,82%).

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