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SAN NICOLA DI MELFI – Hanno scelto di “festeggiare”, con le famiglie, davanti ai cancelli della fabbrica che a breve sarà chiusa con il conseguente licenziamento di 174 persone: è stato un Ferragosto particolare per i lavoratori della Lasme 2, azienda dell’indotto di Melfi della Fiat che, prima di essere messa in liquidazione, produceva alzacristalli elettrici secondo il metodo del just in time (ovvero, senza giacenze di magazzino). La giornata è cominciata alle ore 8.30 con una messa celebrata dal vescovo di Melfi, Gianfranco Todisco. I lavoratori hanno installato, poi, piscine gonfiabili e ombrelloni per i propri figli: pe run giorno, anche il piazzale della fabbrica, anche l’area del presidio ha concesso un po’ di spazio al gioco. I comizi, invece, sono stati tenuti dai rappresentanti sindacali, alla presenza del Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo, dell’assessore lucano alle attività produttive, Gennaro Straziuso, e di numerosi amministratori locali e politici. Al termine della manifestazione, è arrivato quello che, sotto i gazebo, tra alcuni sorrisi – pochi – e le lacrime della speranza difficile da mantenere, i lavoratori hanno chiamato il pranzo «di emergenza, come la nostra situazione»: pasta con guanciale locale, carne arrostita sulla brace, insalata di pomodori e tanta anguria «per alleviare il caldo insopportabile» della piana. Pure quello, non molla mai.
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