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di GIANROCCO GUERRIERO L’ultima a porre la “firma” in calce, per quanto riguarda i festeggiamenti in onore di Maria SS. Delle Grazie, padrona del paese, quest’anno è stata la “morte”.
Un tragico sigillo, probabilmente impressosi, proprio mentre, nella notte fra lunedì e martedì, un’ ancora ignara folla si muovevano in massa dal palco ove si era appena esibito Povia, all’altra parte del paese dove di lì a poco si sarebbe assistito al consueto spettacolo di fuochi pirotecnici.
Nel frattempo, infatti, a non troppi chilometri di distanza, un ragazzo 28-enne di Genzano (Benedetto D’Ippedico) moriva sul colpo in un disastroso incidente avvenuto sul limitrofo territorio pugliese, nei pressi della stazione di Spinazzola (precisamente lungo la strada provinciale per Andria), in prossimità di un luogo anch’esso avente a che fare con una delle tante “rappresentazioni” della vergine, madre del Dio cristiano: la “madonna del Bosco”.
Il conducente dell’autoveicolo invece (Donato Sciota, 31 anni, sulla cui sorte si è a lungo temuto) pare sia in salvo, essendosela cavata con una gamba rotta al livello dell’anca ed altre ferite non preoccupanti.
Le prime notizie erano cominciate a circolare con un frenetico “passaparola” già dopo i “fuochi”, quando alcuni si accingevano a tornare a casa ed altri a “fare l’alba” gironzolando fra i bar in fase di chiusura e le panetterie intente a tirar fuori focacce calde. Ancora niente di certo, a quell’ora: solo molte contraddizioni e tanta paura fra quanti temevano che un parente o un amico potesse essere fra i ragazzi coinvolti.
Poi, in mattinata, si è potuto fare chiarezza, quantomeno riguardo alle identità ed alle conseguenze del sinistro.
La dinamica non è ancora chiarissima, ma pare che i due giovani si siano schiantati contro un trattore il quale procedeva lento con al traino un’autocisterna con irrigatore. L’autista è rimasto ferito, non gravemente, ed tuttora ricoverato in ospedale per i vari accertamenti di rito.
Evidentemente il mezzo pesante è stato notato dai due quando non era più possibile fare nulla per evitare l’impatto. Cosicché l’hanno tamponato con violenza ficcandovisi parzialmente sotto con l’autovettura.
Benedetto, ragazzo mite e simpatico, viveva con la madre ed era figlio unico. Lavorava a Bologna al seguito di una squadra che innalza ponteggi per la ristrutturazione di edifici, e tornava periodicamente a Genzano come si è soliti fare in tali casi.
Quelle di questi giorni, come di tanti altri, erano anche le sue ferie, purtroppo terminate in un modo che ha scombussolato il lento procedere dell’estate riversando un grave lutto sull’intera comunità.
Sono già tre i ragazzi genzanesi che, in meno di un anno, hanno perso la vita in incidenti che forse si sarebbero potuti evitare.
Sono un po’ troppi. E questo deve far meditare.
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