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ANTONELLA CIERVO
TOCCHERA’ ai consiglieri provinciali di Matera, oggi, nel corso di una seduta a porte chiuse, decidere il futuro del loro collega Sabatino Casulli, eletto nelle fila del Pdl. secondo quanto previsto dall’art. 58 del decreto legge 267 del 2000, la sua elezione presenta elementi ostativi a causa di una condanna a 10 mesi di reclusione che gli fu inflitta per abuso d’ufficio.
Come regola vuole, la Prefettura, al termine delle operazioni di controllo degli eletti, ha comunicato alla Provincia, i termini delle vicenda che in base a questi elementi, impediscono l’eleggibilità del consigliere.
Il diretto interessato preferisce il no comment a qualsiasi valutazione sulla vicenda che lo riguarda direttamente, chiarendo comunque di aver dato mandato al suo legale per ogni eventuale ricaduta legale.
Il capogruppo del Pdl, Nuccio Labriola, intanto annuncia che oggi si esprimerà pubblicamente sulla vicenda con un intervento in cui chiarirà la posizione del partito.
Nella fase che precederà il voto, a scrutinio segreto, per esprimersi sulla permanenza o meno di Casulli in consiglio, Labriola annuncia alcuni contenuti della sua relazione: «Comprendo che il Prefetto abbia dovuto applicare una norma, ma il fatto in se’ è di una rilevanza tale da essere sconcertante.
I fatti si riferiscono alla liberazione di un contratto per Lsu e la sentenza risale al 30 novembre del 2004.
Spero – prosegue Labriola – che i controlli effettuati su Casulli, riguardino tutti gli altri eletti.
Casulli è sfortunato – aggiunge Labriola – perchè potrebbe procedere a richiedere la riabilitazione, ma non lo può fare per i ritardi della giustizia perchè c’è in piedi il procedimento penale sui brogli elettorali di Scanzano che considero una vergogna giuridica.
Dopo anni, quel procedimento non ha ancora visto la chiusura delle indagini. Casulli non ha rubato nulla. Interverrò nella seduta del consiglio provinciale in modo analitico su tutti gli aspetti che riguardano questa vicenda per mettere un punto fermo su questa questione. Spetta ora al consiglio provinciale decidere cosa fare».
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