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di SALVATORE MAGARO’
Sono due i punti chiave, a mio avviso, per uno sviluppo finalmente organico del turismo in Calabria: l’ambiente e la cultura; la valorizzazione del patrimonio paesaggistico mediante una iniziativa sinceramente ecologica, e l’impegno per la promozione del turismo culturale, valorizzando finalmente i nostri centri storici e tutto il nostro, ingente e sottostimato, patrimonio archeologico, architettonico e artistico. Per far ciò bisogna dare una virata decisa, cambiare decisamente politica nel settore. Ecco cosa farei se fossi assessore regionale al Turismo. Basta con lo spezzettamento delle risorse, con gli sprechi, con le iniziative demagogiche. Mai più incarichi e soldi dati agli Oliviero Toscani, mai più sponsorizzazioni del festival di Sanremo o della nazionale di calcio. Abbiamo da tempo nella nostra regione un corso di laurea in Filosofie e scienze della comunicazione, un corso di laurea in Scienze turistiche, sociologi in prima linea nelle questioni attinenti l’ecosostenibilità, validissimi e – quel che più conta – motivatissimi strateghi, ottimi comunicatori, bravi grafici, che peraltro spesso devono emigrare per poter lavorare: si faccia un concorso di idee e rimettiamoli in gioco facendoli lavorare per migliorare l’immagine della nostra regione. Ma sia chiaro che il miglior veicolo di promozione della nostra regione è il fare: se si parla bene dei nostri mari e dei nostri alberghi, dei nostri artisti e delle nostre squadre di calcio, non c’è bisogno di spendere soldi, la voglia di venire in Calabria si sviluppa naturalmente. Bisogna far sistema. Occorre un’operosità armoniosa, in cui tutti facciano la loro parte: dirigenti regionali, imprenditori turistici, aziende dei trasporti, musei, sindaci. Le nostre spiagge devono essere pulite, i depuratori devono funzionare, tutti e a pieni giri; se qualcuno non ha fatto il proprio dovere, a tutti i livelli, va rimosso. I mostri di cemento che sono stati costruiti abusivamente a deturpare il mare devono essere, progressivamente, abbattuti. Il controllo del territorio per prevenire gli incendi va effettuato in maniera organica, severa e intelligente (cfr. l’esperienza di Tonino Perna nel Parco d’Aspromonte). Il nostro ambiente deve essere sano, la nostra acqua salubre: solo così si può vincere la battaglia con regioni più attrezzate della nostra. A questo si deve abbinare una esaltazione di quelle doti di ospitalità che sono proprie della nostra gente tradizionalmente: ma all’istinto e alla spontaneità va coniugato il rispetto delle regole. Le prestazioni offerte devono avere prezzi chiari e trasparenti cui deve corrispondere l’erogazione di un servizio adeguato e di qualità, fornito da personale qualificato, senza improvvisazioni. I musei devono essere fruibili secondo gli standard internazionali, riguardo agli orari di apertura, ai comfort e ai servizi garantiti al visitatore. Tutto il nostro patrimonio artistico deve essere visitabile, e le strutture museali devono essere piacevoli e saper diventare centri di attività culturale, non archivi polverosi. Attraverso lo sbigliettamento i musei devono riuscire, in parte, ad autofinanziarsi. Su questo vanno realizzate le opportune sinergie con le Soprintendenze e con le Accademie e gli Istituti d’Arte: i nostri giovani che si vanno validamente formando nel settore devono poter trovare il modo, in questo campo, di mettere a disposizione la loro professionalità e trovare lavoro. Utilizzando apposite cooperative di giovani a supporto del personale esistente, terrei aperti i principali musei e le zone archeologiche della Calabria d’estate anche di notte, e nei mesi invernali anche la domenica e nei giorni festivi. Per rilanciare il nostro settore termale creerei dei pacchetti di viaggio a costo fortemente agevolato, parzialmente coperto dalla Regione, e li offrirei agli anziani di tutto il territorio nazionale. Per prolungare l’apertura delle nostre strutture turistiche, dalla primavera all’autunno, creerei degli altri pacchetti di viaggio sempre a costo ridotto e parzialmente coperto dalla Regione, rivolti alle scuole di tutta Italia, per favorire le presenze di turismo scolastico nella nostra regione. Eguale logica di sostegno per le azioni di turismo culturale, convegnistica, campi estivi universitari ed esperienze residenziali d’arte che si svolgano in montagna. La Calabria – tra parchi, riserve e oasi – è la regione italiana con la più alta percentuale di territorio protetto, per non parlare delle aree marine. Questo elemento rappresenta sicuramente un’opportunità di sviluppo ambientale e turistico da rilanciare e rivalutare. Per far ciò costruirei il sistema delle aree protette, ovvero una metodologia di programmazione e intervento integrata e multidisciplinare. Svilupperei la conoscenza delle rarissime foreste di corallo nero e corallo bianchi che ricoprono molti fondali calabresi e della nidificazione delle tartarughe caretta-caretta che si verifica puntualmente ogni anno in zone tutelate della costa jonica. Stimolerei l’organizzazione di safari fotografici volti a godere di queste nostre bellezze poco conosciute. Ma prima di tutto ciò credo occorra un anno di moratoria, un anno di sospensione di sostegno all’effimero estivo, per concentrarsi sulle opere strutturali di bonifica delle coste, puntando all’efficienza dei depuratori e al contrasto severo dell’edilizia abusiva che scarica nei torrenti e a mare. In altre parole, prima di accettare la nomina ad assessore chiederei al presidente una azione sistemica e coordinata con il dipartimento Ambiente e Infrastrutture. Perché senza una seria politica ambientale e un miglioramento delle vie di collegamento le difficoltà per il nostro turismo aumenterebbero in ogni caso.

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