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di ROCCO PEZZANO
PERCHE’ i mucchi di cartone, bottiglie in pvc e giornali che si stanno accumulando nei cassonetti spariscano presto, l’Ageco pone una condizione: che ci siano una promessa concreta da parte del sindaco in prima persona.
Non ha sortito per adesso effetti concreti l’incontro di ieri nella sede dell’Acta ha posto le basi per la fine della protesta dell’Ageco.
Il titolare dell’Ageco, Giovanni Agoglia, aveva avvertito – e ha poi messo in pratica – nei giorni scorsi: se non veniamo pagati dall’Acta smettiamo di operare. Detto, fatto. All’assenza di reazioni da parte dell’amministrazione pubblica, il titolare dell’azienda di Tito Scalo che si occupa della raccolta dei rifiuti riciclabili aveva chiuso i cancelli.
L’Acta, dal canto suo, ha spiegato di non poter dare all’Ageco i circa 700.000 euro che avanza: l’Azienda comunale per la tutela ambientale non può avere linee di credito proprie, dipende in tutto e per tutto dalla Tesoreria del Comune e dai fondi che l’ente versa per l’attività corrente dell’organismo.
All’incontro di ieri, oltre ai rappresentanti sindacali, all’avvocato Giovanni Losasso che rappresenta l’Ageco e ovviamente al presidente Acta Federico Mazzaro, c’era anche l’assessore all’Ambiente Nicola Lovallo. Nominato da pochi giorni e già alle prese con una grana.
«L’assessore – spiega Mazzaro – ha portato la notizia di un accredito di 200.000 euro destinati a pagare l’Ageco. E alla disponibilità del Comune, a breve, a versare altri 300.000 euro circa. Con questa operazione, speriamo si metta fine a questa situazione. Per adesso».
La sottolineatura di Mazzaro («Per adesso») non è casuale. «I bilanci dell’Acta sono perfetti», aggiunge. Per rimarcare che il problema non nasce nell’azienda.
Il Municipio di Potenza deve molti soldi all’Acta. «Sette milioni di euro», specifica Mazzaro. Eppure, dalla Tarsu – la tassa sui rifiuti urbani – il Comune di soldi ne incamera molti di più. «Dodici milioni e mezzo», è il dettaglio fornito dallo stesso presidente.
Che fine fanno questi soldi? «Vengono distribuiti a pioggia – risponde Mazzaro – Una logica sbagliata. Bisognerebbe assumersi delle responsabilità e scegliere delle priorità. L’Acta non gestisce un servizio commerciale qualsiasi: si dia la possibilità all’azienda di operare senza sofferenze». In altre parole, i fondi pubblici che il Comune eroga vengono ripartiti secondo una lista di priorità che Mazzaro non approva. La nettezza urbana, servizio pubblico fondamentale, ne soffrirebbe.
«Basti dire – ricorda Mazzaro – che quando il Comune fu commissariato perchè dissestato, il commissario prefettizio stilò le priorità di pagamento. E l’Acta venne sempre pagato fino all’ultimo centesimo».
Questo è il problema nelle sue linee generali. Mazzaro però, nel caso specifico, si dice grato all’amministrazione comunale per l’impegno dimostrato e all’assessore Lovallo in particolare. Si augura che le promesse vengano mantenute.
«Se c’è la volontà politica – chiosa – questa è una bella realtà. Vorrei lasciare una buona traccia del lavoro fatto».
L’Acta è sempre stata all’incrocio dei venti di partito. Basti dire quello che accadde alcuni anni fa dopo una nevicata: il piano neve fece cilecca, dai cittadini si levarono proteste, il sindaco disse che era colpa dell’Acta, Mazzaro accusò una “fronda” interna che andava in direzione ostile. E annunciò una inchiesta interna. Come andò a finire?
«Non si è adempiuto pienamente ai compiti di quell’inchiesta – risponde Mazzaro – Io misi a disposizione anche il mandato». Nessuno lo rimosse.
«La verità è che rimase tutto appeso – aggiunge – Le tensioni interne, di natura soprattutto politica, si sono però in qualche modo sopite, qualcuno ha anche cambiato i riferimenti politici. Ho lavorato per tenere insieme questa bella azienda. Penso di esserci riuscito».
Nell’incontro di ieri, Mazzaro ammette che ci siano stati momenti di discussione accesa, tra le rivendicazioni dell’Ageco e gli appelli dei sindacati per i 28 lavoratori dell’Ageco.
Ma per il futuro il nodo potrebbe ripresentarsi, e non solo per la raccolta differenziata. L’Acta ha una serie di aziende esterne che forniscono servizi di natura diversa: gestione discarica, rimozione e trasporto percolato (il liquido che si forma sul fondo delle discariche) eccetera. Se continuerà la sfasatura fra l’impegno di pagamento da parte del Comune e l’effettivo versamento – questo il ragionamento – situazioni analoghe si potranno riproporre anche altre volte.
«Ripeto: ci vogliono responsabilità e decisioni precise sulle priorità», conclude Mazzaro.

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