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di SALVATORE SANTORO
E’ il segretario del Pd lucano. Erminio Restaino ha assunto la guida del Partito democratico una settimana prima dal voto amministrativo ereditando la scrivania che dalle Primarie del 14 ottobre 2007 era stata di Piero Lacorazza (poi eletto alla presidenza della Provincia di Potenza).
Restaino si propone come segretario anche per il futuro: la sua candidatura al congresso regionale del partito è già ufficiale. In ogni caso, già da reggente (carica assunta subito dopo la candidatura ufficiale di Lacorazza alla Provincia in aprile) è stato uno dei registi principali delle alleanze elettorali alle scorse elezioni. Di questo e delle strategie del prossimo futuro l’attuale leader del Pd lucano parla al Quotidiano della Basilicata.
Le elezioni si sono chiuse con un tre a zero nelle amministrazioni. Il Pd e il centrosinistra si sono riconfermati. Passato il pericolo di un centrodestra pronto per la vittoria?
«Certo messa così in termini calcistici il 3 a 0 è una vittoria netta. Ma l’analisi del voto ci rimanda a seria preoccupazione per lo stato di salute del Pd e del centrosinistra. Il voto delle amministrative può essere considerato appunto lo scampato pericolo e null’altro. Per rimanere in termini sportivi non siamo in grande spolvero».
Ma che voto è stato, e come ne esce il Partito democratico?
«Da qualche tempo, anche in Basilicata, ci sono fenomeni preoccupanti: la eccessiva frammentazione, il proliferare di liste civiche ci riconducono ad una responsabilità che le forze politiche, i partiti, devono assumere. Se da un lato si predica la semplificazione del sistema politico o si “vagheggia” di vocazione maggioritaria; dall’altro si è doverosamente obbligati a comprendere i fenomeni in atto ed attrezzare i partiti verso una partecipazione vera, consapevole. Auspicare e apprezzare fino in fondo il diritto alla critica quando è frutto di responsabilità, di sentire le preoccupazioni per una comunità e un territorio. In questa direzione, per quanto riguarda il Pd, il metodo delle primarie è oggettivamente una scorciatoia semplicistica. In queste valutazioni e nei risultati elettorali c’è tutto il lavoro che dobbiamo compiere».
E sui moderati che hanno abbandonato il Pd (criticandone una gestione troppo appiattita sugli ex diessini) per tentare (con alterne fortune) il salto della quaglia cosa ha da aggiungere, a tutto quello che già si è detto e scritto?
«Fuor di polemica anche su questo argomento provo ad andare più nel profondo. Le grandi tradizioni politiche hanno consegnato nel tempo alla Basilicata un’etica della politica e delle istituzioni che ha sempre bandito il trasformismo, faccio fatica ad immaginare Vincenzo Verrastro o Nino Calice che cambiano partito. Trovo intollerabile, ad esempio, che in consiglio regionale ci siano 13 gruppi consiliari. La buona politica deve costruire risposte credibili ad un fenomeno preoccupante».
Intanto ci sono le regionali e i congressi del Pd . Con quale spirito affronterà i prossimi mesi?
«Il sostanziale allineamento della stagione congressuale con le elezioni regionali di fine marzo è una cosa sbagliata. L’inevitabile prevalere dell’approccio alle vicende elettorali regionali rischia di “inquinare” il dibattito congressuale nazionale. Si vota in 13 regioni. Ho provato in sede nazionale ad evitare la contemporaneità dei congressi nazionale e regionali. A un ragionamento di puro buonsenso è stata opposta la presunta invalicabilità delle norme statutarie. Spero prevalga in Basilicata non solo il buonsenso, ma la buona politica».
Per chi si schiera tra i candidati alla segreteria nazionale?
«Con Franceschini. Ha fatto un buon lavoro, ha orgogliosamente rilanciato il progetto del Partito democratico».
E il futuro segretario regionale? Sarà lei, un altro big storico o un giovane “trentenne”?
«Non lo so. Io, per parte mia, sono certamente candidato alla guida del Pd della Basilicata. E’ avvilente che in sede nazionale il dibattito congressuale si giochi sull’alternativa tra “vecchi” e “nuovi” con una specie di cannibalismo generazionale che sembra dominare la partita. Il Partito democratico in Basilicata pur avendo esposto negli ultimi tempi molti difetti e divisioni ha un patrimonio importante di dirigenti giovani e meno giovani. Si può fare sintesi o anche un confronto serrato, ma vero, non scioccamente anagrafico».
Qual è il messaggio da ricandidato alla segreteria regionale che proporrà agli iscritti del Pd?
«Io penso che la politica debba avere visione, coraggio ed onestà. E non è facile avere tutte e tre queste condizioni. Per questo è faticoso, molto faticoso, fare politica. Infatti avere la visione significa immaginare il futuro, condividerlo, parteciparlo e trasformarlo in una suggestione grazie alla quale una comunità ti crede, ha fiducia, coltiva speranze e realizza il suo futuro possibile. Avere coraggio significa essere conseguenti alla visione, chiamare a raccolta coloro che saranno in grado di renderlo reale, praticabile. Avere onestà significa anche riconoscere e rispettare i ruoli di tutti non solo quello dei dirigenti ma anche quello delle persone che sono in grado per la loro storia, ma anche per la loro potenzialità di rendere praticabile la visione.
Il Pd dopo le chiusure, imposte dalla linea veltroniana alle scorse elezioni politiche, è tornato a favorire un allargamento della coalizione di centrosinistra. Come prosegue, dopo la scelta al secondo turno di sostenere Vito Santarsiero da parte del partito di Agatino Mancusi, l’alleanza con l’Udc?
«Per quanto riguarda l’Udc mi sono assunto la responsabilità di siglare l’accordo per un’intesa che considero importante. L’abbiamo sviluppata dopo il sostegno al ballottaggio comunale. Abbiamo definito un percorso rigoroso. Partiamo quindi con questa intesa politica e programmatica che porterà alla sigla di un patto per le prossime elezioni regionali che di fatto segnerà l’allargamento del perimetro della coalizione di centrosinistra».
Anche nelle giunte dove si è appena votato?
Sì, ma non prima dell’autunno prossimo».
E in questo senso come è il rapporto con l’Idv?
«A partire dalla dichiarazione di sostegno dell’Idv a Vito Santarsiero al Comune di Potenza la relazione è migliorata dopo lo strappo che si era creato con la scelta dell’Italia dei valori di sostenere l’alleanza alle due Province, ma non al Comune. Questo rapporto ora riparte a livello istituzionale. E’ chiaro che sul versante regionale ci aspettiamo un sempre più forte spirito coalizionale da parte dell’Idv alla maggioranza».

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