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di FABIO AMENDOLARA
Per un magistrato facevano parte di un comitato d’affari che usava la giustizia per garantire impunità agli amici e per mettere fuori gioco i nemici. Un altro magistrato, nello stesso ufficio, ritiene invece che di quel comitato d’affari i due coniugi non abbiano fatto parte. E lo spiega in una ottantina di pagine depositate all’ufficio del giudice per le indagini preliminari.
Felicia Genovese prima dell’inchiesta sulle toghe lucane faceva il sostituto procuratore antimafia a Potenza. Ora lavora a Roma, in Corte d’appello. Suo marito, Michele Cannizzaro (in foto) da Laganadi, provincia di Reggio Calabria, passato di mano il centro di fisioterapia di famiglia, era stato nominato direttore generale dell’Ospedale San Carlo di Potenza. Le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio hanno avviato l’indagine amministrativa del ministero della Giustizia che ha portato al trasferimento del pm Genovese.
I clamori di “Toghe lucane” hanno portato invece alle dimissioni del dottore Cannizzaro. L’inchiesta, dopo il trasferimento dell’ex pm Luigi De Magistris, è finita sulla scrivania del sostituto procuratore Vincenzo Capomolla, ex gip del Tribunale di Vibo Valentia. Il capo della procura ha affidato a lui i 113 faldoni dell’inchiesta sulle toghe lucane. Negli atti ci sono i file audio delle intercettazioni telefoniche, le acquisizioni documentali su Marinagri, le trascrizioni delle telefonate di carabinieri e funzionari di polizia coinvolti, di magistrati e imprenditori. Migliaia di pagine trasmesse dalla procura generale e dalla procura della Repubblica di Potenza. Decine di informative firmate dal capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo. Documenti che provengono da un procedimento penale che coinvolge un dirigente del ministero della Giustizia e un sindaco lucano. Fascicoli di processi sulla sanità e sulla Banca popolare del Materano. Totale: 200 mila pagine. Altre 200 mila dovrebbero essere le pagine depositate dagli indagati per la loro difesa.
Il nuovo pm ci ha messo un anno per visionare il materiale. Poi ha interrogato gli indagati. A quanto sembra – anche se, al momento, le argomentazioni con cui il pm chiede l’archiviazione non sono note – i coniugi Cannizzaro (difesi dagli avvocati Giancarlo Pittelli, Sergio Rotundo, Angela Pignatari e Antonio Russo) sono riusciti a convincere il pm della loro estraneità. La richiesta di non luogo a procedere che riguarda le posizioni dei coniugi Cannizzaro è uno stralcio di “Toghe lucane”. Sembra – ma è una notizia al momento non supportata da alcuna fonte ufficiale – che il pm abbia mandato all’ufficio del giudice per l’udienza preliminare anche la richiesta di rinvio a giudizio per gli altri indagati.

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