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di FRANCO LARATTA
C’è o non c’è una “devastante questione morale” in Italia? Esiste o non esiste
un problema che riguarda le istituzioni del Paese che, ai massimi livelli, risultano essere protagoniste assolute di fattiimmorali che stanno sconquassando la vita sociale dell’ Italia? C’è o non c’è un problema che riguarda il presidente del Consiglio che oggi viene visto, in mezzo mondo, come un uomo dagli atteggiamenti privati assai discutibili, certamente imbarazzanti per chi dovrebbe invece condurre una vita (pubblica e privata) trasparente? C’è. Dire il contrario è mentire davanti all’evidenza dei fatti. E c’è anche, con le dovute e nobili eccezioni, un imbarazzante silenzio delle autorità morali, civili e religiose di questo Paese. Sento un forte imbarazzo nel verificare che la questione morale viene vissuta esclusivamente come scontro politico: l’opposizione attacca, la maggioranza difende, il Primo ministro esagera e usa argomenti improponibili nelle sue sconcertanti risposte.
Si avverte, quindi, l’assenza di un forte richiamo formale e pubblico delle gerarchie cattoliche: alcuni cardinali lo hanno fatto (a titolo personale, credo); proprio ieri anche il cardinale Bagnasco è intervenuto.
Il tutto è sembrato però non rispondere adeguatamente alle forti domande di Famiglia Cristiana. Si è trattato di prese di posizione tardive e deboli. Da cittadino provo una grande disagio nell’assistere a fatti che, non so se penalmente rilevanti (tocca ad altri deciderlo), sono certamente disgustosi per chi esprime e rappresenta il governo di una nazione. Disgustosi è forse dir poco. Non si tratta di una mera vicenda politica che le opposizioni sfruttano per ricavarne un vantaggio (che peraltro non c’è).
Non è nemmeno un complotto organizzato da chissà quali poteri forti che in Italia ormai sono più deboli che mai. C’è un problema che riguarda il comportamento di un uomo di Stato, il capo del governo, del quale la stessa consorte parla pubblicamente come di “un uomo malato; un uomo che va con le minorenni”!
Un uomo di stato deve essere, e apparire, moralmente inattaccabile. La sua condotta non deve rispondere a un principio o a una morale religiosa. La sua condotta deve essere trasparente, rispettosa delle norme di legge, della morale e dell’etica, deve essere piuttosto da riferimento e da modello per l’intero paese. Tutto qui! Non deve cioè creare scandalo nell’opinione pubblica, non può in alcun modo suscitare disgusto e riprovazione.
Il fatto che nessuno autorità morale, civile e religiosa del Paese abbia detto con forza e decisione che abbiamo toccato il fondo, che si tratta di uno scandalo senza precedenti nei Paesi civili e democratici, mi lascia davvero perplesso. Stiamo parlando di prostituzione, di festini a luci rosse che riguardano uomini pubblici di primissimo livello.
Storie che non riguardano solo il sesso, ma la sua più volgare esaltazione. Storie indecenti che toccano e coinvolgono prostitute e minorenni.
Non sappiamo ancora se c’è stato giro di danaro e di droghe nel corso degli affollati incontri privati in luoghi pressocchè pubblici. Se ne parla; ci sono forti sospetti. Vedremo cosa scopriranno gli inquirenti. Ma ci troviamo in ogni caso davanti a una condotta e ad atteggiamenti sicuramente censurabili, forse anche penalmente rilevanti, da far rabbrividire l’opinioni pubblica di mezzo mondo. Un po’ meno quella italiana che sembra non reagire; così anche le personalità del mondo della cultura e della società civile del nostro Paese.
Il silenzio domina non solo sui telegiornali pubblici e privati, ma anche su buona parte della stampa nazionale. I più liquidano il tutto come gossip. Ma qui non si tratta di pettegolezzi e maldicenze. Ci sono fatti concreti, scoperti e confermati senza che vi sia stata una credibile smentita. E chi ha osato rompere la cortina del silenzio, è stato più volte e duramente minacciato dal capo del governo. Una minaccia violenta verso quei quotidiani (Repubblica in primis e il Corriere a seguire) che hanno osato scrivere, indagare, intervistare.
E anche davanti a queste violente minacce, il silenzio ha regnato sovrano. Altrove sarebbe caduto il governo e forse anche sciolto il parlamento, visto che ci troviamo davanti a un vero e proprio attacco alla libertà di stampa, garantita solennemente dalla Costituzione italiana.
Ma oggi è questa l’Italia, il Paese di Berlusconi, il regno degli eccessi e dell’illegalità.
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