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di Emilio Fidanzio
ATTENDENDO notizie confortanti, la situazione del Melfi resta pericolosamente in stand – by. Il Sindaco Navazio si trincera dietro un prudenziale no – comment, evitando proclami e facili illusioni. Il problema resta irrisolto e la paura che il Melfi non c’è la faccia è terribilmente concreta. Sembra che qualche piccolo o medio imprenditore, si sia fatto avanti, entrando nell’orbita di quella quindicina di finanziatori pronti a versare una quota da 5 o da 10.000 euro. Movimento apprezzabilissimo però da solo insufficiente a sbloccare la situazione. Lo stesso Navazio più volte ha rimarcato la necessità di recuperare almeno 500.000 euro da mettere sul tavolo per convincere Maglione a restare presidente ed occuparsi insieme ai vecchi soci, vicini al presidente, a pensare alla gestione del campionato. Un piano che al momento appare di difficile attuazione. Occorre sbloccare l’enpasse riguardante il mondo imprenditoriale ad alti livelli, quelli cioè capace di fornire una sponsorizzazione che da sola risolva metà dei problemi. E’ poi sempre aperta la questione contributo comunale. L’opposizione sostiene che è possibile trovare la formula per elargire questo contributo, così come avviene in molte parti della penisola, anche a livelli calcisticamente superiori. A Melfi questa vicenda ha creato negli ultimi tre anni diverse polemiche, con il Sindaco che si è sempre dichiarato bloccato dal suo ufficio finanziario che non ha permesso questa manovra. In settimana vi sarà una assemblea pubblica che vedrà anche la partecipazione dei tifosi, che servirà a chiarire anche questo passaggio. Certo è che l’evidenza parla di molti casi in Italia in cui il comune e l’amministrazione partecipano attivamente ed economicamente al discorso calcio. Esempi che fanno casistica. Nel frattempo Maglione ed i suoi più stretti collaboratori, restano in attesa di sviluppi positivi. La decisione amarissima assunta dal presidente è oggettivamente insindacabile e le difficoltà tangibili attuali nel recuperare fondi, sottolineano quanto sia complicato per una città come Melfi proporsi a certi livelli. Come hanno ribadito anche i tifosi nei loro interventi, si tratta ormai di un discorso non solamente sportivo, ma sociale, con il calcio specchio fedele della realtà e veivolo di promozione territoriale. Un fenomeno aggregativo che rischia seriamente di non poter essere più tale o quantomeno di ridimensionarsi bruscamente.
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