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E’ stato presentato nella sede della Confindustria di Cosenza, il rapporto «La Calabria in tempo di crisi», redatto da Rosanna Nisticò (nella foto), docente di microeconomia all’Università della Calabria.
All’incontro anche Innocenzo Cipolletta, presidente delle Ferrovie dello Stato. I dati sono decisamente allarmanti: la crisi si sente e l’economia regionale peggiora, con il Pil che scende dello 0,8%. Gli occupati calano dai 602.000 del 2007 ai 595.000 del 2008, cioè -1,16% contro un + 0,79% a livello nazionale. Un calo che riguarda gli uomini, mentre le donne risultano leggermente in aumento, dello 0,18%, circa 1000 unità. Calano soprattutto i dipendenti nel settore dell’agricoltura (- 17,57%) e nell’edilizia (- 4,57%).
Nei servizi aumentano invece del 2,06%. In totale, le persone che cercano un’occupazione aumentano del 7,5%: adesso sono 82.000.
Crolla anche l’export, di un sonoro -11%, quando già era solo lo 0,1% del totale nazionale.
Secondo Rosanna Nisticò, «la Calabria è molto dipendente dai flussi economici esterni, quindi probabilmente la nostra sarà una crisi molto duratura».
Per Sarino Branda, direttore di Confindustria Cosenza, per fortuna «tirano ancora il terziario e i settori di nicchia, come l’agrindustria, anche se in generale l’agricoltura cala».
«Temo che il federalismo porti ad una sperequazione tra Nord e Sud», ha detto Cipolletta. «Bisogna che il Sud si attrezzi per controllare la sua spesa pubblica». «E poi è assurdo che le difficoltà delle imprese siano accentuati dai ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione», ha concluso Cipolletta, che ha sottolineato anche la situazione infrastrutturale negativa della nostra regione.

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