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di Renato Carpentieri
IL calciomercato impazza, ma di ufficiale non può esserci ancora nulla visto che la stagione si conclude il trenta giugno. Ma è chiaro che a tenere banco è la questione allenatore. La società al momento è impegnata con gli under. «E’ proprio così-afferma il diggì del Matera, Giuseppe Fragasso-e non a caso stiamo effettuando vari stage di nati nel 1991-92. Non è solo roba del nostro interland, ma ci sono anche ragazzi che provengono da regioni limitrofe. Non possiamo concederci pause. Non ci sono programmi a breve termine per annunciare Tizio, Caio o Sempronio, ma tutto potrebbe accadere oggi o no. In sostanza, giusto non c’è un calendario degli eventi che potrebbero accadere. Se accadono vi informeremo. In questo momento l’operazione che è in atto è quella dei procuratori che lanciano i loro prodotti sul mercato come tattica per giocare al rialzo. La situazione non è questa, ma il contrario visto che c’è una crisi che non inventiamo certo noi. Quindi, attenzione alle cosidette notizie mirate a far rialzare i prezzi». Messaggio forte e chiaro, ma è ovvio che non è proprio tutto così. Perchè i terreni si testano ed è il periodo giusto per edificare squadre vincenti. Il Matera in fondo non deve stravolgere così tanto. «Spero di no-affema Nicola Armento,difensore del Matera- e non è solo una considerazione di parte. Perchè, devo ammettere che nell’ultimo periodo eravamo davvero un gruppo forte. Forse ci hanno cementato le difficoltà. Non è che all’inizio il gruppo non c’era. Problemi non ce ne sono mai stati, però non posso negare che nell’ultimo periodo le cose andavano veramente bene». Nicola Armento è fresco d’intervento chirurgico per un’ernia inguinale che l’ha condizionato parecchio. «Perchè stavo giocando con continuità e bene. I problemi sono cominciati a cavallo della gara coil Bitonto e poi Francavilla fontana. Credo che alla base ci sia stata anche sfortuna. Molti infortuni costringono a cambiare sempre l’assetto e quest’anno difficilmente è andata in campo sempre la stessa difesa. Ciò nonostante, credo che sia stato il reparto che più ha reso, almeno sula carta». Allora cosa servirebbe al Matera? «Bella domanda. Forse qualcosa a centrocampo. Per quanto mi riguarda sarei super felice di restare ancora a Matera, ma non ci sono stati discorsi del genere con la società quando ci siamo lasciati. Saranno loro a farsi vivi con noi. Personalmente l’avventura la continuerei, anzi non completarla sarebbe come lasciare qualcosa di incompiuto. Tutti noi abbiamo aderito ad un progetto in cui credevamo e siamo i primi ad essere delusi. Però siamo convinti che con pochi ritocchi, ma essenziali, le cose andranno diversamente».
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