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«L’allusione a Venezia e alla sua laguna accomuna due popolazioni con gli stessi problemi. In laguna e nel Golfo di Venezia l’Eni voleva estrarre gas e petrolio. A Nova Siri, splendida cittadina turistica dello Jonio, la Total vuole trivellare nella concessione Tempa la Petrosa, la Gas Plus nella concessione Policoro(ex Nova Siri) e infine l’Appennine srl nell’antistante mare Jonio Lucano». A lanciare l’allarme è il movimento ambientalista “No Scorie Trisaia”, sostenendo come un territorio agricolo e turistico rischi nuovamente di ridurai in un colabrodo con enormi conseguenze sull’economia locale. «A Venezia -prsegue la nota- esiste l’acqua alta e le trivellazioni possono generare i fenomeni di subsidenza, ossia di abbassamento del suolo fino ad anche 5/6 metri. Nel Polesine fu vietato all’Eni di trivellare perchè le trivellazioni generavano abbassamento dei suoli e degli argini dei fiumi con conseguenti alluvioni. Il governatore del Veneto Galan e La lega Nord in prima fila hanno osteggiato sin dal principio le trivellazioni in Alto Adriatico proprio perché il rischio di subsidenza dei fondali avrebbe provocato grossi problemi all’intera laguna e alla stessa Venezia che rischiava di sprofondare. Il Ministero dello Sviluppo Economico dal 2003 ad oggi sotto un simile fuoco di sbarramento ha dato quindi parere negativo a trivellare nel golfo di Venezia. A settembre del 2008 NOSCORIE e l’OLA informavano le popolazioni locali su una procedura di Via in atto nel Mar Jonio per trivellare gas / petrolio da parte della Consul Service Srl.Le organizzazioni turistiche furono le prime a mobilitarsi proprio per il rischio di veder svanire i propri investimenti e il proprio futuro per la presenza ingombrante ed inquinante delle trivelle nel mare. I comuni del Metapontino convocarono i consigli comunali e all’unanimità respinsero l’indecente attività nello Jonio. La Regione Basilicata si disse contraria a trivellare nel mare, ma oltre ai proclami non fece nessun atto deliberativo. Stessi proclami arrivarono da alcuni parlamentari, dopo di che stranamente la procedura di Via ministeriale fu annullata per carenza di documentazione. Sembrava che il rischio fosse svanito, ma nel 2009 ecco ricomparire una nuova richiesta nel lotto lucano di mare definito DR 148 (lo stesso richiesto della Consul Service Srl) dalla Appennine Srl, lotto che interessa tutti i 25 Km della costa Jonica lucana. Le società petrolifere fanno ricorso alle Srl per una questione di bilanci e soprattutto di responsabilità nei confronti dei territori e delle popolazioni locali. Dopo una serie di passaggi amministrativi con l’Appenine Srl si approderà nuovamente alla Via ministeriale con i soliti 60 giorni per fare le osservazioni da parte di Enti e popolazioni interessate. Questo significa che il Ministro dello Sviluppo Economico non ha preso in considerazione per nulla le deliberazioni delle assise dei comuni dello Jonio e sicuramente non ha trattato i lucani Jonici così come in passato ha trattato i Veneti del Golfo di Venezia. Il Golfo di Venezia è molto ampio rispetto allo Jonio lucano e se da noi non affonda Venezia sicuramente si potrebbe mettere a rischio Nova Siri, che in alcuni tratti urbani per una questione di depressione è già sotto il livello del mare come tutto il retro dunale delle bonifiche del Metapontino, dove a tutt’oggi funzionano le idrovore .O peggio ancora i rifiuti nucleari custoditi nel centro nucleare Sogin della Trisaia sistemati in fosse interrate(già oggetto di perdita radioattiva nel 2006 che fu tamponata con una barriera impermeabile), nelle piscine di stoccaggio e negli impianti Itrec. Per non parlare poi dell’erosione della costa, delle infiltrazioni salmastre nei terreni costieri e della fragilità dei fondali gia messi a dura prova dall’inquinamento dell’Ilva di Taranto. Di certo a Nova Siri non navigano le gondole ma anche i pedalò portano ricchezza al territorio. Non c’e’ la Lega nord ma ci sono tanti discendenti dei lucani che versarono fiumi di sangue per l’Unità d’Italia di Garibaldi. Non ci sono i politicanti veneti (già propensi a rifilarci il deposito di scorie nucleari nel 2003) e purtroppo esistono alcuni emendamenti del disegno di legge 1195 già passato al Senato con i voti del Pdl Lucano che prevede la riapertura del nucleare( il suo finanziamento) e il passaggio dell’attuale Via(Valutazione Impatto Ambientale) regionale ad autorizzazione unica statale sulle estrazioni petrolifere in barba al federalismo votato già in Parlamento. Sicuramente Nova Siri non sarà conosciuta nel mondo come Venezia, ma è certo che un Novasirese non vale meno di un Veneziano.O i 9 centesimi sullo sconto della benzina accettati al Senato dai parlamentari lucani giustificano tutto questo?

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