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di PIERO QUARTO
MATERA – La Eurobox Impianti Srl con sede legale a Lemignano di Collecchio in provincia di Parma ha inviato una proposta al Ministero per lo Sviluppo Economico per la reindustrializzazione del sito Nicoletti.
Si tratta della prima proposta ufficiale che prevede l’insediamento in 15 dei 50mila metri quadri del sito con un investimento di 15,274 milioni di euro e l’occupazione di 150 persone. Un passo in avanti molto importante vista la difficile situazione in cui versa al momento il mobile imbottito.
«L’esame del progetto evidenzia la coerenza con gli indirizzi di politica industriale della Regione Basilicata, inserito in un mercato in rapida evoluzione e forte dinamismo quale quello di beni per la produzione di energia da risorse rinnovabili» si legge nel verbale di riunione tenutasi mercoledì scorso presso il Ministero dello Sviluppo Economico e nella quale era stata affrontata la questione della proposta Nicoletti: «il progetto non copre singolarmente l’intero sito», aggiunge ancora il verbale, «per poter procedere ad una più approfondita analisi istruttoria è pertanto necessario avere conferma della disponibilità del sito anche in forma frazione da parte del possessore del sito che è il rappresentante della Nicoletti».
Insomma la proposta per il sito Nicoletti c’è ma è ora necessario sapere se il sito è ancora nella proprietà dell’azienda e se si riuscirà in pratica ad evitare quello spettro del fallimento che metterebbe in pericolo il processo di reindustrializzazione che si sta avviando.
La notizia arrivata ieri dal Ministero per lo Sviluppo Economico ha trovato la soddisfazione anche delle organizzazioni sindacali: «il sindacato si è dimostrato lungimirante quando ha guardato alle ipotesi di sviluppo dentro e fuori il sito della Nicoletti», spiega al Quotidiano il segretario della Fillea Cgil, Michele Andriulli, «speriamo che questa proposta non sia arrivata fuori tempo massimo e che si riesca ancora a raccogliere una grande opportunità di sviluppo del territorio attraverso quel processo di reindustrializzazione che più volte avevamo invocato ed auspicato».
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