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di PIERANTONIO LUTRELLI
Le calamità naturali sono all’ordine del giorno e gli agricoltori lo sanno. Per cui serve assicurarsi per non rischiare il tracollo finanziario delleaziende. L’ultimo evento dannoso, in ordine di tempo è stata la violentissima grandinata abbattutasi lo scorso 30 aprile che ha colpito oltre 300 ettari di aziende Ortofrutticole in gran parte localizzate nei territori di Scanzano Jonico e Policoro, ma anche Tursi e Nova Siri, causando un danno per mancato raccolto del prodotto e di impianti e colture, quantificabile tra i 4,5 milioni e i 5 milioni di euro. E’ quanto mai necessario, pertanto, stipulare le cosiddette polizze antigrandine. La Regione Basilicata sta facendo comunque un tentativo importante per dare una mano al mondo agricolo, già in forti difficoltà,individuando una misura che garantisca ai tanti produttori colpiti del Metapontino una forma
di ristoro. Un aiuto concreto: lo sgravio parziale dei contributi agricoli da versare all’Inps per i prossimi 12 mesi. Di tutto questo si è parlato ieri mattina all’interno del palazzo della Regione Basilicata a Matera, durante una conferenza stampa convocata dall’Assessorato all’Agricoltura, tenuta dal direttore generale del Dipartimento, Piero Quinto. Presenti all’incontro le organizzazioni agricole di categoria: Giuseppe Labanca e Paolo Dicembrino della
Cia, Stefania Colangelo di Confagricoltura, Piergiorgio Quarto della Coldiretti ed Eustachio Ricchiuti della Copagri. Presenti inoltre in rappresentanza dell’Inps regionale Vito Schettino e Giuseppe Caione. Quinto ha illustrato l’ini –
ziativa della Regione che dà la possibilità di accedere ai sensi della legge numero 102 del 2004, in materia di provvidenze ed aiuti al mondo agricolo, nei casi di riconoscimento dello stato di calamità, ad un abbattimento, appunto, dei
contributi previdenziali Inps per i contributi propri e per i dipendenti
nei dodici mesi successivi alla grandinata di due settimane fa. La misura prevista, va dal 25 al 50 per cento. L’Inps ha garantito la propria disponibilità. Tecnicamente si può fare. Serve solo la volontà politica del governo nazionale. «Ci siamo mossi subito per delimitare le aree colpite -ha detto il direttore generale Piero Quinto- così da poter proclamare lo stato di calamità. L’atto sarà approvato nella prossima giunta. Ora però per far sì che il provvedimento entri in vigore, occorre un decreto del Ministero dell’Economia e del Ministero del Lavoro in quanto serve la copertura economica». Naturalmente
-è emerso- la Regione farà da pungolo presso il governo centrale affinché produca al più presto tale provvedimento. Che è sempre una forma di aiuto economico anche
se in forma indiretta. A sostenere il discorso assicurativo ci pensa da sempre il Coprodi,(Consorzio di difesa dei produttori)presso il quale la Regione Basilicata
concorre a pagare il costo dell’80 per cento delle polizze. Soltanto il restante 20 per cento quindi è a carico dell’agricoltore. Tuttavia c’è da registrare un trend positivo di circa il 25 per cento tra glia assicurati negli ultimi dodici mesi. Ma molto serve ancora da fare. Chi fa dell’agricoltura il proprio mestiere, nell’ottica di un settore primario sempre più managerializzato,deve entrare nell’ordine di idee che il 20 per cento della polizza va caricato in bilancio come una sorta di “costo di produzione”. Seppur la normativa non rende obbligatoria l’assicurazione vista però la frequenza degli eventi calamitosi
susseguitasi negli anni, sarebbe opportuno coprirsi dal rischio.
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