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di ANNA MUSACCHIO Diritti, non favori. E’ solo questa la richiesta dei quasi 250 lavoratori “precari atipici” della Regione Basilicata, impegnati a fornire supporto tecnico alla realizzazione dei bandi comunitari, in vista dell’ormai prossima scadenza di contratto prevista per il 30 giugno. Un modo per rimanere nell’ente, con tanto di agognato contratto a tempo determinato, ci sarebbe e si chiama Long List una “lista lunga”, appunto, nella quale vengono inseriti tutti i nominativi di coloro che fanno domanda per l’assunzione nell’ente. Niente concorsi né graduatorie, solo curriculum più o meni titolati sottoposti al giudizio del dirigente di turno. «La long list è uno strumento che presenta aspetti eccessivamente discrezionali – ha spiegato ieri Orazio Candela, segretario della Alai Cis di Basilicata la sigla sindacale che rappresenta i lavoratori atipici, nel corso di una conferenza stampa – Questo non attribuisce né punteggi né idoneità agli aspiranti e diventa, di per se stesso, uno strumento di possibile ricatto elettorale». La Long List rappresenta al momento l’unica speranza per i precari «ma è al contempo – continua Candela – la lampante dimostrazione di quanto la Regione si dimostri miope nei riguardi del tema del lavoro atipico». Atteggiamento palesato anche dalla mancata approvazione finale del provvedimento, datato novembre 2008, che i sindacati in accordo con Regione stessa avevano promosso e sostenuto per procedere ad una razionale ed efficiente organizzazione dell’amministrazione e per superare il precariato che interessa, soprattutto, quei soggetti in possesso di contratti di collaborazione continuativa e coordinata. «La fase finale di approvazione di tale provvedimento, a sei mesi dalla sua approvazione in seno alla Presidenza della Giunta, è ferma ancora oggi – continua Candela – ed è per questo che siamo qui a richiedere la sua validazione in tempi brevi, denunciando anche l’utilizzo di quelle forme di selezione per nulla oggettive». «Paradossalmente, sarebbe stato meglio, a parità di condizioni, sorteggiare i candidati- aggiunge Nino Falotico, segretario regionale della Cisl- piuttosto che utilizzare strumenti di valutazione discrezionali come la Long List. E’ giusto che le procedure per l’ingresso e la selezione in un ente pubblico non siano gli stessi utilizzati da imprese di tipo private, anche se il lavoro atipico, di per se stesso, non prevede procedure concorsuali di alcun tipo. E’ altrettanto giusto dare a chi vuole entrare in una pubblica amministrazione una opportunità che sia sostenuta dai principi e dai criteri della moralità, della democrazia e della meritocrazia». Circa 4000 sono complessivamente i precari nella pubblica amministrazione in Basilicata; « un esercito di enormi dimensioni- continua Falotico- che non va ingrossato ulteriormente, ma stabilizzato per quello che è possibile». Poi in ultimo una promessa: «Vigileremo sui prossimi concorsi indetti dalla Regione Basilicata – ha detto il segretario – affinché tutto avvenga in maniera chiara e trasparente».
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