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di ANTONELLA CIERVO
Ferrosud senza pace. L’assemblea dei lavoratori che si è svolta ieri e alla quale hanno preso parte i sindacati, ha sancito ufficialmente la richiesta di cassa integrazione straordinaria che l’azienda chiederà alla Regione, per 80 lavoratori per un anno, con forma retroattiva, a partire dallo scorso 4 maggio.
Spiega Giuseppe Amatulli, segretario della Cisl: «I lavoratori, nonostante tutto, hanno dato la loro disponibilità per dare un futuro più concreto possibile per l’azienda.
Il 19 maggio avvieremo alla Regione la procedura. In quella stessa data i lavoratori saranno presenti con noi, e manifesteranno davanti alla sede di via Anzio».
Un centinaio di operai che vogliono comprendere quali prospettive ci siano per il loro futuro occupazionale.
Alla base della richiesta della Ferrosud, c’è la mancanza di commesse da Trenitalia, che ha messo in seria difficoltà l’operatività.
Manca, però, a tutt’oggi un piano industriale che possa far comprendere quali progetti, pur a lungo termine, Ferrosud abbia sullo stabilimento materano.
Soltanto poche settimane fa, alla fine di aprile, altri 40 labvoratori avevano concluso il periodo di cassa integrazione ordinaria che era stato richiesto, con una proroga di quattro settimane rispetto alla data richiesta inizialmente.
«Vorremmo comprendere come si può prevedere il rientro, se non c’è piano industriale – prosegue Amatulli – dalla cassa integrazione ordinaria, il passaggio e alla mobilità e poi alla disoccupazione.
In questi giorni ognuno ha detto la sua su questa vertenza ma non si è riusciti a impedire la procedura unilaterale di cassa integrazione da parte dell’azienda».
Sotto il profilo economico, solo poco tempo fa era giunto uno stipendio per i dipendenti.
In più occasioni, alla presenza degli ultimi due Prfetti di Matera, l’azienda era stata posta nelle condizioni di illustrare la realtà operativa e le prospettive, senza però che sia mai emerso un piano effettivo.
I progetti di diversificazione delle produzioni nello stabilimento di Matera, si sono infrante con il tempo per lasciare il posto alla precarietà dell’occupazione, all’incertezza del lavoro.
La cassa integrazione straordinaria che attende 80 operai per un anno è, purtroppo, un altor tassello di un mosaico che difficilmente si potrà comporre.

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