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di ROCCO PEZZANO
In Basilicata benzina meno cara. Grazie al petrolio lucano. Anche nel Veneto, benzina meno cara. Grazie al petrolio lucano. Il colpaccio dei senatori del Pdl della Basilicata, che ieri hanno festeggiato l’approvazione definitiva dell’emendamento al disegno di legge sul’energia che aiuterà i lucani al distributore, favorirà anche il popolo veneto. E questo per un emendamento che la Lega Nord ha fatto approvare: oltre alle regioni produttrici di petrolio (e dal sottosuolo lucano viene fuori quasi tutto il greggio italico) sono state inserite anche le regioni ove vi siano attività di rigassificazione anche attraverso impianti fissi off-shore. Tradotto: le regioni in cui vi siano impianti, anche in mare, che trasformino il gas liquido.
Un identikit senza possibilità di errore: è il Veneto. Gli unici due rigassificatori italiani sono quello di Panigaglia, provincia della Spezia, e quello di Porto Tolle, Rovigo, inaugurato nel settembre del 2008 e molto più grande. Il secondo pare sia il solo a rientrare nella definizione data dal testo di legge.
Ieri a gioire della novità innanzitutto il senatore della Lega Nord Piergiorgio Stiffoni, che aveva presentato l’emendamento. Ha detto Stiffoni all’Ansa: «In buona sostanza sono interessate le regioni Veneto per la presenza del rigassificatore di Porto Tolle e la Basilicata per quanto riguarda le estrazioni petrolifere. Il gettito aggiuntivo derivante dall’applicazione di tale disposizione, e ipotizzando che la produzione di idrocarburi per l’anno 2009 risulti analoga a quella registrata nell’anno 2008, risulterebbe pari a circa 60 milioni di euro ben 120 miliardi delle vecchie lire, che andranno a beneficio principalmente degli abitanti della Regione Veneto. Con questo provvedimento verranno forniti a tutti i residenti un apposito tesserino sul modello di quello già in uso da anni in Friuli per la riduzione del prezzo degli idrocarburi alla pompa».
Al telefono, Stiffoni spiega il senso della sua frase («I 60 milioni di euro, ben 120 miliardi delle vecchie lire, andranno a beneficio principalmente degli abitanti della Regione Veneto»). «Intendevo – afferma – che la Basilicata forse in tutto è metà di una delle province del Veneto. Dunque, è una questione numerica».
Ma si può capire come verranno suddivisi questi soldi? «No, ancora non ne ho idea – risponde Stiffoni – Certo, se fossero andati solo alla Basilicata, praticamente la benzina per i lucani sarebbe stata gratis. E non mi sembra giusto».
Il Veneto usufruirà delle royalty aggiuntive (il tre per cento di differenza fra il 7 % attuale e il 10 % futuro) che spettano a chi estrae il petrolio.
In Veneto le estrazioni sono poca cosa. Tanto per capirsi: l’anno scorso il Veneto ha prodotto 3.407.078 metri cubi di gas, e la Basilicata 1.080.029.080, quasi trecento volte di più. Di petrolio, poi, il territorio lucano ne ha prodotto 3.930.381.828 tonnellate. Il Veneto nemmeno un grammo. Nel mare Adriatico, praticamente davanti alla laguna di Venezia, l’Eni è sicura che ci siano giacimenti di gas da far impallidire anche la Basilicata. Ma la Regione Veneto non ne vuole sapere, come conferma per telefono anche il portavoce del presidente Roberto Galan.
E dire che era stato proprio il senatore del Carroccio Stiffoni a dire, il 22 luglio dell’anno scorso: «Come fa Scaroni a pensare di avere la possibilità di estrarre 40 miliardi di metri cubi di metano da sotto il campanile di San Marco? Consiglio la giusta calma prima di esplicitare così tanta certezza. Tutto dovrà essere verificato e io ho dei forti dubbi che alla fine si possa arrivare a cotanta estrazione».
Ma il vero paradosso – in base a quanto dicono esponenti della stessa maggioranza – è che proprio la Lega Nord si era detta, a suo tempo, contraria al rigassificatore.Che oggi regalerà invece loro grande popolarità elettorale mercè gli sconti alla pompa. Stiffoni, al telefono, spiega che è giusto che – subendo i veneti un disagio ambientale a causa del rigassificatore – il governo dia loro una contropartita attraverso una quota del tesoretto delle royalty al 10 %. Quelle royalty vengono dritte dritte dal sottosuolo lucano.

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