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FEDER.S.P.EV. – 46° CONGRESSO NAZIONALE
Chianciano Terme – 10/13 maggio 2009
“Creare un vasto fronte dei pensionati italiani” per restituire dignità sotto il profilo umano (ed economico) alla grande forza rappresentata dalla Terza Età: è quanto emerso ieri dalla tavola rotonda “Pensioni d’annata, pensioni dannate. Il dramma dei pensionati del ceto medio” in programma al 46° Congresso Nazionale dalla FEDER.S.P.EV. (Federazione Sanitari Pensionati e Vedove) in corso a Chianciano Terme al Centro Congressi dell’Hotel Excelsior e che si cocncluderà domani mercoledì 13 maggio.
Alla Tavola Rotonda, coordinata dal giornalista professionista ed esperto in materia Franco Abruzzo hanno partecipato il presidente della Federspev Eumenio Miscetti e il consigliere nazionale Marco Perelli Ercolini, nonché Michele Poerio, segretario nazionale della Confedir MIT, oltre naturalmente a numerosi delegati dell’Associazione provenienti da tutte le regioni italiane.
Il cuore del dibattito, denso e vivace, naturalmente è stato il sempiterno, spinoso problema delle “pensioni d’annata” che mortificano il principio sacrosanto secondo cui la pensione dovrebbe essere una “retribuzione differita” e non una misera indennità del postlavorativo, quale è, purtroppo, in molti casi.
Oggi le pensioni d’annata non solo soffrono di una sperequazione cronica, ma sono fortemente penalizzate anche dall’aumento (vertiginoso) del costo della vita avvicinando drammaticamente anche i pensionati del ceto medio alle soglie della povertà, pur avendo versato fior di contributi per assicurarsi una vecchiaia dignitosa.
La Federspev promotrice di una sequela (infinita) di ricorsi in sede giurisdizionale per l’abolizione delle “pensioni dannate” continuerà a battersi –promette il presidente Eumenio Miscetti- per ottenere giustizia.
L’inflazione incalza implacabile. Le difficoltà del presente, per molti insostenibili e l’incertezza per il domani non risparmiano nemmeno i pensionati del ceto medio che a fronte di maggiori spese per (sopra)vivere subiscono anche la decurtazioni delle loro pensioni, dimezzate nel potere d’acquisto. Eppure hanno versato fior di contributi durante la vita lavorativa.
“In altri Paesi – ha sottolineato il prof. Marco Perelli Ercolini – le pensioni, anche se basse, sono agganciate alla dinamica salariale e quindi mantengono lo stesso potere d’acquisto. Nel nostro sistema la perequazione automatica che dovrebbe mantenere la rendita previdenziale allo stesso valore economico iniziale per una serie di meccanismi perversi in realtà non garantisce al trattamento di pensione lo stesso potere di acquisto nel corso degli anni”.
Una soluzione nell’alvèo della logica è indispensabile e indilazionabile.
“Tassare le pensioni per quote e in rapporto all’età: a 65 anni prelievo sul 75% dell’assegno”: è la proposta di Franco Abruzzo. “Solo così si rispetta – ha ribadito- la sentenza 30/2004 della Corte Costituzionale, ispirata al rispetto dei principi di sufficienza ed adeguatezza del trattamento di quiescenza alle variazioni del costo della vita. Non basta l’adeguamento Istat, è irragionevole. Bisogna lanciare subito una petizione alle Camere”.
Le richieste (nuove regole per la perequazione automatica, un paniere ISTAT specifico per i pensionati, aumento della quota di reversibilità, etc.) sono tante: una loro ulteriore ibernazione sarebbe pagata a caro prezzo dai pensionati. A tal proposito, il segretario generale della CONFEDIR, nonché iscritto FEDERSPEV, prof. Michele Poerio, ha prospettato un incontro, che si profila prossimo e proficuo, con il ministro Sacconi al quale parteciperà (è un mio preciso impegno – ha dichiarato) anche il presidente Eumenio Miscetti.
Info:www.federspev.it, www.francoabruzzo.it
Paola Stefanucci
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