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Sono circa cinquanta gli uomini della forestale in Puglia per l’esecuzione di alcuni arresti nelle province di Brindisi e Lecce dove – a quanto si è appreso – vengono sequestrati anche decine di camion.
Le indagini che hanno portato alla scoperta del presunto traffico di rifiuti pericolosi tra Puglia e Calabria sono state condotte dal Nucleo investigativo di polizia forestale e ambientale del Comando provinciale di Reggio Calabria.
Tra gli arrestati figurano un imprenditore di Lazzaro di Reggio Calabria ed alcuni dirigenti Enel pugliesi.
Il reato che viene ipotizzato è quello di disastro ambientale doloso per la quantità di rifiuti, oltre centomila tonnellate, interrati in una discarica situata a meno di mezzo chilometro dal mare. Il volume degli affari, riferito al 2007, supera i 5 milioni di euro.
Le indagini durate oltre due anni hanno consentito di accertare che in una discarica abusiva venivano interrati rifiuti pericolosi. Più tardi saranno resi noti i particolari nel corso di un’apposita conferenza stampa alla quale prenderanno parte il Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, il sostituto Ottavio Sferlazza ed i comandanti regionale e provinciale del Corpo Forestale dello Stato Vincenzo Caracciolo ed Angelo Ciancia.
Sono centomila le tonnellate di rifiuti pericolosi sequestrate. Questi provenivano dall’attività di una centrale termoelettrica dell’Enel in Puglia ed erano stati depositati in una cava di materiale argilloso utilizzata da un’industria di Laterizi.
L’ENEL
In merito all’inchiesta la società di distribuzione di energia elettrica ha precisato che «fin dal 2007 ha offerto la sua piena collaborazione alla magistratura fornendo documentazione e informazioni». Sul caso l’azienda ha aperto un’inchiesta interna volta a verificare l’adeguatezza delle modalità seguite nell’affidamento dello smaltimento dei rifiuti. Enel ribadisce la sua «piena disponibilità a collaborare con gli inquirenti anche a tutela della propria reputazione».

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