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Una strada di Reggio Calabria è stata intitolata questa mattina a Gennaro Musella, l’ingegnere salernitano ucciso 26 anni fa dalla ‘ndrangheta perchè si era rifiutato di partecipare all’appalto per la costruzione del porto di Bagnara Calabra.
La cerimonia, alla quale è intervenuto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, si è svolta nell’ambito della manifestazione della Gerbera Gialla promossa dall’associazione ‘Riferimenti’.
La manifestazione era iniziata sotto una pioggia battente sotto la casa di Gennaro Musella, nella centrale via Apollo, e successivamente è proseguita nel Duomo di Reggio Calabria.
«Ci sono voluti 26 anni – ha detto la figlia di Gennaro Musella e presidente di Riferimenti, Adriana Musella – affinchè mio padre fosse riconosciuto come vittima della mafia».
Piero Grasso, si è rivolto agli studenti che hanno partecipato all’iniziativa: «è una battaglia di civiltà da vincere soprattutto con la forza delle idee ed è venuto il momento di dire chiaramente no a chi ci sollecita atti illegittimi, a partire da questa terra, dalla Calabria».
Il procuratore Grasso ha voluto rivolgere proprio ai giovani calabresi un appello: «per fare uno sforzo e convincere gli adulti a costruire un mondo migliore e a non coltivare l’alibi di delegare alle future generazioni il contrasto alla mafia che già oggi è necessario».
«Ci si unisca attorno allo slogan ‘ammazzateci tutti’, non per essere tutti uccisi, ma per rivendicare per questa Calabria il diritto al lavoro, ad un’economia sana, per salvaguardare il futuro di tutti».
1|8]Nella foto: Via Musella
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