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di ROCCO PEZZANO
AVEVA accettato «con entusiasmo e spirito di sacrificio» la nomina a commissario del progetto Tempa Rossa della Total, l’avvocato Amedeo Speranza.
Ma gli organi di autogoverno dell’Avvocatura dello Stato hanno deciso che si trattava di un incarico non autorizzabile. E dunque si dovrà trovare un altro commissario.
Ci tiene molto a precisare che non è stato lui a non accettare quel ruolo, l’avvocato Speranza. E spiega com’è andata.
L’8 aprile scorso il Tribunale del riesame, nella decisione sulla richiesta di sospensione di un anno della concessione da parte del pm John Henry Woodcock decide, tra le altre cose, di nominare un commissario. A gestire i lavori e prendere le decisioni sarebbe stato un funzionario dello Stato: garanzia che il prosieguo delle attività sarebbe stato regolare. Gli avvocati dello Stato hanno uno status magistratuale: come i magistrati hanno organi di autogoverno indipendenti da altri poteri.
«All’atto della mia nomina – spiega l’avvocato Speranza – avevo subito precisato che l’avrei comunque sottoposta al giudizio dell’Avvocatura Generale».
Il vertice dell’organismo chiede il parere consultivo del Caps, il Consiglio avvocati e procuratori dello Stato, omologo – come funzioni e indipendenza – del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Il Caps si riunisce e, giovedì 23 aprile scorso, decide: questo incarico, dando poteri di tipo gestorio, non è autorizzabile.
Cosa significhi in parole più semplici lo si legge nel decreto del Presidente della Repubblica n. 584 del 1993. All’articolo 5 è scritto che, fra gli incarichi vietati agli avvocati dello Stato, c’è la «partecipazione a consigli di amministrazione o ad organi con poteri di gestione». Non si può amministrare direttamente una società.
E’ per questo che Speranza aveva accettato con riserva di autorizzazione. Il giorno dopo aver saputo del “no”, l’avvocato dello Stato ha informato il presidente del tribunale di Potenza.
Ovviamente, in questo periodo Speranza non ha fatto né deciso nulla: innanzitutto sarebbe stato passibile di sanzioni fino al licenziamento; in secondo luogo, qualunque cosa avesse fatto o deciso, sarebbe stato annullabile in caso di mancata autorizzazione (come poi è effettivamente accaduto).
E dire che Speranza aveva già pensato ai collaboratori che, se avesse ottenuto il “licet”, lo avrebbero aiutato a gestire l’enorme giacimento di petrolio e gas.
Pare che la nomina del futuro commissario sia questione di poco tempo. E’ probabile che la scelta ricada su un libero professionista, ad esempio un commercialista, più difficilmente su un ufficiale.
En passant, la Total oggi ha presentato opposizione sulla decisione del gip di sequestrare 1.700.000 euro, frutto della presunta concussione.
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