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di CARLO RINALDO
Le sensazioni suscitate dal terremoto in Abruzzo sono di varia natura andando dalla commozione e vicinanza alla popolazione colpita, alla solidarietà e capacità di fare squadra negli aiuti, alla rabbia per le conseguenze disastrose fino ai propositi affinché si faccia di tutto per non avere più degli effetti così devastanti.
Mentre i sentimenti provati rimangono custoditi entrando a fare parte della sfera emozionale su cui ognuno riflette e che viene riaperta come e quando le diverse sensibilità lo ritengono, i proponimenti per costruire e conservare con qualità gli immobili devono essere perseguiti coinvolgendo tutti gli attori del sistema edilizia.
Costoro sono chiamati ad un profondissimo esame di coscienza! Le responsabilità per avere edificato veri e propri “castelli di sabbia”, sbriciolatisi sotto scosse telluriche di non troppa alta intensità, è da ripartire soprattutto fra i costruttori, i progettisti e gli amministratori. I costruttori utilizzano a volte materiali scadenti per ottenere dei ricavi e dunque degli utili maggiori rispetto a quello che realizzerebbero utilizzando dei materiali migliori.
In Italia, inoltre, è diffuso il fenomeno dei cosiddetti “palazzinari” quelli che, provenendo da altri mestieri, si improvvisano imprenditori del mattone dalla mattina alla sera catapultandosi nel facile guadagno dell’edilizia non badando alla qualità. I progettisti che non sempre esplicano a dovere la funzione di direzione dei lavori, probabilmente perché ritengono di esserecompensati poco o perché assumono molte direzioni non potendo dunque fornire il tempo necessario per sovrintendere al meglio i lavori.
Gli amministratori che concedono facilmente le licenze edilizie e se occorre apportano varianti ai Piani Regolatori rendendo magari edificabili zone che non potrebbero esserlo allo scopo di favorire alcuni; che non controllano a dovere né l’esecuzione a regola dei lavori né tanto meno la sicurezza degli edifici già esistenti. Anche chi acquista ha però delle proprie responsabilità, ridottissime sicuramente, poiché non pone la dovuta attenzione a ciò che compra: per acquistare una casa si fanno anche dei mutui per tutta la vita e si dovrebbe avere più oculatezza nello scegliere l’immobile dove fare abitare se stessi e la propria famiglia. Questo coacervo di regole non rispettate, questa grigia cornice in cui ognuno ha operato per addivenire ad un guadagno, si rivela nel pieno del suo effimero di fronte ad una evitabilissima catastrofe di un terremoto nemmeno troppo forte: chiunque ne è stato coinvolto in quanto a responsabilità, a danno compiuto, penserà sicuramente che sarebbe stato meglio speculare meno ma aver evitato tutti questi morti. Forse i rimorsi di ognuno sono un po’ affievoliti perché la responsabilità è diffusa ma sono convinto che, chi più e chi meno, se ne senta gravare il peso sulla coscienza. L’Italia, per conservare il proprio attuale volto, per tutelare gli abitanti all’interno delle proprie abitazioni e per difendere le proprie tanto decantate bellezze, deve necessariamente rivisitare il proprio rapporto sia con l’edilizia di nuova costruzione e sia con quella già posata con immobili che hanno bisogno di modifiche e rinnovamenti: significa destinare molti più fondi per questi scopi.
Questi costi che ad oggi non sono stati affrontati perché ritenuti troppo elevati diventano così esigui alla luce del caro prezzo pagato delle tante vite umane perse.

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