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TORINO – Dopo le polemiche Roma – Bruxelles di ieri, i sindacati canadesi danno il via libera all’alleanza Fiat-Chrysler. Ed è chiaro che anche a Melfi, dove si continua a guardare alle possibilità di sviluppo e tenuta per la Sata, c’è attesa per l’intesa tra i due marchi. Contemporaneamente è lo setsso presidente dell’Unione europea, Manuel Barroso, a rimarcare l’impazialità dell’istituzione comunitaria sull’iniziativa di impresa. E in qualche modo sembra prendere le distanze dal commissario Verheugen che ieri, con dichiarazioni – “ammorbidite” dopo le proteste dall’Italia (sono intevenuti Marchionne, Frattini, Marcegaglia) – aveva sottolineato acuni dubbi sulla fattibilità dell’acordo tra le due case automobilistiche e, contemporaneamente, con lo sguardo anche alla Opel, a causa dei debiti della Fiat.
Nella notte, inoltre, è arrivato l’accordo tra Chrysler e i sindacati canadesi: i lavoratori degli stabilimenti del Canada rinunciano a benefit per un risparmio totale di 240 milioni di dollari all’anno. Ma nello scenario rientra anche il credito che le banche vantano con l’impresa (per una cifra pari a 7 miliardi di dollari)
L’appuntamento è per il 29 aprile quando, a 24 ore dalla scadenza per portare a termine l’accordo, in un discorso alla nazione, si crede che lo stesso presidente Usa, Barack Obama, farà intuire quanto sia vicino o meno la possibilità concreta di chiudere l’intesa.

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