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di CHIARA SPAGNOLO
Una parte dei fondi Fas destinati alle aree sottoutilizzate sono finiti nel Piano anticrisi del Governo. Un’altra sarà impiegata per pagare le multe erogate dall’Unione europea agli allevatori che non hanno rispettato le regole
sulle quote latte. Senza dimenticare che la riprogrammazione dei fondi per le opere pubbliche, ha ridotto la quota per il Mezzogiorno dall’iniziale 85% ad un
nominale 45%, compresi i fondi per il Ponte sullo Stretto. Facendo quattro
calcoli sembra proprio che il Governo predichi bene e razzoli male. Ovvero che
sbandieri ai quattro venti un’attenzione per il Sud che, in realtà, non esiste.
Un’attenzione talmente labile da indurre i governatori delle Regioni meridionali
a partire alla carica, siglando un “patto per il Mezzogiorno” e chiedendo all’Esecutivo l’istituzione di una vera e propria “cabina di regia” per decidere insieme la destinazione dei fondi comunitari e la loro ripartizione alle varie parti della Penisola. A chiamare a raccolta i colleghi, il presidente della Puglia, Nichi Vendola. A rispondere all’appello, presentandosi ieri a Bari, il presidente della Sicilia, Raffaele Lombardo (Mpa), della Campania, Antonio Bassolino (Pd), della Basilicata, Vito De Filippo (Pd), e il vicepresidente della Calabria, Domenico Cersosimo. Oltre alle loro firme, in calce al documento inviato a Roma, anche quelle di tre governatori del centrodestra: Giovanni
Chiodi per l’Abruzzo, Michele Iorio per il Molise e Ugo Cappellacci per la Sardegna, assenti all’incontro ma pronti a sottoscrivere quel patto che politicamente rappresenta una risposta eloquente alle ansie federaliste della Lega. La prima questione, messa sul piatto della bilancia, sono i fondi comunitari: Fas e Fse, le quote addizionali mirate all’area di difficile sviluppo che c’è nel Mezzogiorno d’Italia, ovvero le uniche due voci che il Governo, nei mesi scorsi, ha messo sul tavolo per reperire le provviste finanziarie per alimentare gli ammortizzatori sociali.
Uniche nonostante in realtà gli ammortizzatori rappresentano un salvagente più
per le imprese del Nord, dove la crisi sta colpendo con maggiore forza, che per
quelle del Sud. «Ma la crisi che arriva nel Sud solo lateralmente – ha detto Vendola – produce l’innesto degli ammortizzatori sociali, perché qua la crisi significherà mi-gliaia di lavoratori licenziati nel Nord che tornano nel Sud. Qua nei prossimi mesi si concentreranno i tagli alla scuola, la crisi significherà
lo spiantamento di migliaia di aziende, microscopiche, che non hanno nessun
paracadute». È di questo che il Sud vuole parlare. Ed è per questo che i presidenti hanno messo a punto una proposta, che sarà presentata oggi alla Conferenza Stato-Regioni, «come un contributo – è stato detto – che il Sud dà al sistema Paese».
«Noi abbiamo costruito un percorso riflettendo su alcune voci dei bilanci che ci
vengono a mancare ha spiegato ancora Vendola – ma abbiamo costruito una battaglia
politico-culturale, intanto perché il Sud si senta pienamente protagonista delle politiche che devono affrontare la crisi economica e la recessione». L’appuntamento di ieri, a detta del governatore della Puglia, «rappresenta un atto politico importante: il Mezzogiorno d’italia ha provato in diverse fasi ma con alterne fortune a riprendere la parola, ma è stato zittito per circa 20 anni da una narrazione generale, politica e culturale che ha teso a renderlo quasi una terra soltanto buona per lo spreco».
«Una specie – ha concluso – di iconografia infernale con cui si è deciso che il Sud era una palla al piede nel percorso di sviluppo dell’Italia». Alle parole di Vendola hanno fatto eco quelle di Lombardo: «Vogliamo farci valere», mentre Bassolino ha parlato di. «una battaglia unitaria per il Mezzogiorno», e De Filippo sottolineato che «serve coerenza dal governo». Posizioni chiare. A cui il
ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha risposto da equilibrista:
«Non mi sembra ci sia polemica, piuttosto analisi diverse. L’idea di una cabina di regia che possa mettere insieme un po’ tutto per coordinare al meglio le risorse mi sembra un’ipotesi percorribile e positiva». E sul fatto che le risorse a disposizione vadano coordinate un po’ meglio, a quanto pare, ci sono pochi dubbi. Soprattutto se venisse confermato quanto ha rivelato ieri l’assessore calabrese al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi, in merito all’utilizzo di una parte dei fondi Fas per pagare le multe delle quote latte contratte dagli
agricoltori del Nord. «Questa è la chicca – ha aggiunto Naccari – che dimostra il disinteresse per il mezzogiorno. È lo squarcio del velo di ipocrisia sulla presunta efficienza che si vuole dare alla spesa».

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