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di ROBERTO SAVERINO
Un tempo appena decente, uno inguardabile e totalmente indecente per chi ama ancora passare le domeniche allo stadio. Il tutto per uno zero a zero che serve pochissimo sia ad una impalpabile Vibonese, sia ad una più vispa, ma sempre più inguaiata Vigor Lamezia, fanalino di coda del campionato. E’ stato un derby tra poveri e, possiamo dirlo, fra disperati, visto che adesso anche la posizione della Vibonese si complica sempre di più e se si continua a giocare in questa maniera, sarà molto difficile evitare i play out.
L’ennesimo zero a zero stagionale casalingo ha lasciato interdetti i tifosi, accorsi allo stadio un po’ più numerosi del solito, che non hanno mancato di manifestare il proprio dissenso con alcuni fischi all’indirizzo della squadra.
Un nulla di fatto, nel vero senso della parola, che autorizza chiunque a restarsene a casa per le gare a venire. Che senso ha, infatti, spendere 12 euro di biglietto se lo spettacolo, assolutamente improponibile, è questo?
Per Galfano ci sono tutte le attenuanti di questo mondo: a gennaio, mentre gli altri si rinforzavano, lui perdeva pezzi. Non ha attaccanti degni di tal nome e poi chi scende in campo forse non ha capito l’importanza della Seconda divisione. Magari il fatto di vivere a Vibo come se fosse un’isola felice, non gli mette addosso quella pressione che dovrebbe essere da stimolo per fare di più. Un paio di conclusioni verso la porta di Panico, tra l’altro neppure pericolose, la dicono tutta sul disagio e sui limiti di una Vibonese inguardabile.
La Vigor? Nulla di eccezionale, ma una cosa è certa: non merita l’ultimo posto. A Vibo si è visto di peggio, in tema di avversari, e comunque ai lametini va riconosciuto il fatto di averci creduto di più, anche se nella ripresa pure i biancoverdi hanno tirato i remi in barca o, comunque, non hanno avuto la stessa intensità dimostrata nella prima frazione, quando Sergi e compagni sono apparsi quantomeno più intraprendenti.
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