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di FRANCESCO PAOLILLO
Reggio Calabria è la decima città metropolitana dopo l’approvazione, alla Camera, del Ddl sul federalismo fiscale. All’indomani del via libera all’emendamento “Bocchino-Corsaro-Versace” da parte della commissione Bilancio, la provincia calabrese supera anchel’esame dell’aula. Reggio s’inserisce, dunque, nella lista insieme a Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli, oltre ai territori riconosciuti dalle regioni a statuto speciale (Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Sassari e Trieste).
Per il sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, «il primo tempo è vinto, adesso dobbiamo portare a casa la partita». Il primo cittadino aspetta «fiducioso» il prossimo appuntamento al Senato e, intanto, esulta per l’accoglimento dell’articolo 22 del testo sul federalismo.
Un riconoscimento che, ammette il primo cittadino, «c’è costato tanta fatica». L’iter che ha portato alla discussione del testo in aula, infatti, ha subito tanti e tanti di quegli scossoni che, quasi quasi, rischiavano di lasciare al palo la città dello Stretto. Prima l’articolo del Corriere della sera, dove Gianantonio Stella sottolineava la mancanza dei requisiti di Reggio per ottenere l’investitura di “metropolitana”, poi le “bizze” del ministro Roberto Maroni e del sindaco di Verona, Flavio Tosi. Infine, la sfilza di emendamenti alla Camera durante la discussione. Così, la conferenza stampa organizzata in tutta fretta a Palazzo San Giorgio, è servita al sindaco Scopelliti per tirare un lungo sospiro di sollievo. Prima di tutto ha ringraziato i parlamentari calabresi, anche quelli del Pd, e, poi, ha stretto, idealmente, la mano al ministro Roberto Calderoli: «E’ grazie ad un leghistase oggi portiamo un risultato di questa portata». Già, Calderoli. Che, secondo il il primo cittadino, ha avuto il merito di «mandare al macero un pericolosissimo emendamento presentato da Aurelio Misiti». Il deputato di Idv proponeva il riconoscimento immediato della città metropolitana di Reggio-Messina. Tutte e due insieme, subito. «Un emendamento impresentabile – spiega Scopelliti – per il semplice fatto che il Parlamento non può legiferare sulla Sicilia che è una regione a statuto speciale.
Fosse passata la “Proposta Misiti” si sarebbero creati dei problemi di incostituzionalità che avrebbero messo la parola fine ad ogni ambizione etropolitana della nostra città».
Contrariato, Scopelliti, è anche per il fatto che «a quell’emendamento il Pd ha votato favorevole in blocco». Il sindaco, poi, riflette sugli interventi in aula. Guarda con sospetto Misiti, attacca Casini, Tabacci, Cimadoro e Borghesi, applaude Bocchino e Nucara. Ma nulla può guastare questo giorno di festa:
«Sono orgoglioso per la coesione mostrata in questa sfida. Dalla compattezza di
Pdl e Lega fino al contributo del Pd. In questi giorni sono sempre stato in contatto col presidente Giuseppe Bova. Oggi siamo felici insieme».
Nel festival dei buoni sentimenti, l’unico affondo è per Loiero: «Il suo silenzio diverte».

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