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E’ un numero assai ridotto quello delle aziende calabresi presenti all’estero, in termini di scambi commerciali e rapporti. Il dato emerge da uno studio presentato da Eurispes Calabria. Tra le cause principali le dimensioni aziendali ridotte, oltre che carenze formative ed organizzative. «L’internazionalizzazione – ha detto il presidente dell’Eurispes Calabria, Raffaele Rio – risulta ancora appannaggio di pochissime imprese, per cui la quasi totalità degli operatori economici locali, molto probabilmente non avvertendo tuttora il bisogno di sostenere i processi di internazionalizzazione, nè si espandono nè si aprono ai mercati esteri. L’intensificarsi della competizione su scala mondiale ha portato, nell’ultimo decennio, un numero sempre maggiore di imprese minori a ricercare nuove opportunità sui mercati internazionali. Oggi l’internazionalizzazione non è più solo una modalità con cui l’impresa crea valore, estende il proprio vantaggio competitivo ed accede a nuove opportunità, ma, nell’attuale contesto economico, è una via obbligata per la sopravvivenza ed il successo dell’impresa nel tempo. Per l’impresa, – ha concluso Raffaele Rio – l’internazionalizzazione è una decisione complessa, accompagnata da un processo di trasformazione aziendale, spesso irreversibile, che riguarda, tra gli altri, gli assetti finanziari, la struttura organizzativa e tecnica, il posizionamento sul mercato e la gestione delle risorse umane».
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