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di RINO TEBALALo
hanno definito gol ‘fantasma’, ma noi non siamo affatto d’accordo. Un fantasma, in genere, è un’entità astratta che solo i visionari presumono di vedere, ma che in realtà non esiste. La rete realizzata da Corradi a Lecce con un perfetto pallonetto, non era un’astrazione ma una realtà bella e buona perché la palla ha varcato la linea bianca a mezza altezza, che hanno visto tutti coloro che hanno assistito alla partita, gente non certo visionaria e che, quindi, ha potuto constatare che non si è trattato assolutamente, di un fantasma come è stato
definito. Quando la terna arbitrale s’inventa un gol mai realizzato che diventa frutto della sua fantasia, possiamo definirlo fantasma, quando il gol è vero come quello della Reggina di domenica scorsa e la terna arbitrale non lo vede, non si può certo dire che sia un fantasma.
Il signor Gava ingannato dalla sua prospettiva, può anche essere assolto, ma il suo collaboratore principale, il signor Di xxxxxx, che avrebbe dovuto trovarsi lungo la linea di fondo per giudicare, no. Il vero fantasma di tutta la vicenda, infatti, è stato proprio il guardalinee lato tribuna che si è volatilizzato in quel momento cruciale, facendosi trovare impreparato e quindi lontano dalla migliore posizione che avrebbe dovuto assumere per vedere tutto.
Se fosse stato in posizione giusta, difficilmente non avrebbe visto la palla abbondantemente oltre la linea bianca ed il suo errore è costato caro alla Reggina che nel giro di sette giorni si ritrova a contestare le decisioni della terna o le non decisioni com’è successo contro la Fiorentina e il Lecce per la mancata concessione di un paio di penalty e un gol, sacrosanti.
Peccato che la UEFA abbia deciso così tardi di avallare la presenza di altri due collaboratori in campo, proprio in direzione delle porte. Altrimenti, con la presenza di qualche uomo in più da destinare alle azioni dubbie vicino la porta, sarebbe stato un toccasana per la Reggina che avrebbe potuto vedersi
convalidato il gol, mentre l’arbitro e il guardalinee si sarebbero risparmiati una figura così meschina. Siamo alle solite, quindi, ed a pagarne le conseguenze è sempre la Reggina che annaspa nei bassifondi della classifica e non riesce a vincere più una partita. Per il presidente Lillo Foti non c’è pace, questo campionato è una disdetta e lui che aveva per qualche domenica dimenticato la strada di Milano della Lega e dell’AIA, si è ritrovato a percorrere quella via per manifestare tutto il suo disappunto.
E’ probabile che a protestare, in quel di Milano, ci sia andato, ma lo ‘sportello reclami’ presso la Lega e soprattutto l’AIA, probabilmente, li ha trovati chiusi. Non sarebbe stato facile stare in ufficio in una giornata così rovente. Con quale faccia si sarebbe fatto trovare Collina nell’area contestazioni dopo le sviste arbitrali a danno della Reggina anche in una gara così delicata ed a soli sette giorni dai due rigori negati nella partita contro la Fiorentina? Come avrebbe potuto giustificare l’arbitro e, soprattutto, il guardalinee per il clamoroso errore a danno della Reggina? Un fatto è certo, i filmati delle ultime gare vanno visionati, le decisioni, qualsivoglia, nei confronti di questi direttori di gara e dei suoi collaboratori vanno prese immediatamente, anche se si corre il rischio, continuando di questo passo, di ritrovarci senza arbitri da poter designare per le partite successive. Il vero problema è che i campionati continuano ad essere falsati e che non ci sono rimedi immediati alle cattive interpretazioni arbitrali.
La presenza di altri uomini d’area o congegni elettronici che possano captare le immagini da rivedere con immediatezza appartengono ad un futuro ancora lontano e probabilmente entreranno in funzione quando il misfatto ai danni della Reggina sarà consumato anche se la squadra amaranto è colpevole a sua volta, di non essere stata più forte di questi soprusi abbastanza evidenti.
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