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«Questa volta è toccato al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, annunciare il progetto del ponte sullo Stretto potrebbe partire entro quest’anno. Evidentemente l’unica risposta che la destra vuole e può dare alla crisi economica è quella della propaganda, del rilancio dell’economia attraverso il saccheggio del territorio e la cementificazione selvaggia e senza criterio». A sostenerlo, in una nota, sono Pino Commodari, Danilo Barreca e Omar Minniti, componenti del comitato politico nazionale del Prc. «Il ministro Matteoli – aggiungono – prima di parlare dovrebbe informarsi. Proprio nei giorni scorsi, infatti, nella zona di S. Trada è franato il terreno nel luogo dove dovrebbe sorgere una delle torri di sostegno della megaopera. Per quanto ci riguarda continueremo a ribadire che riteniamo questa opera inutile e dannosa, non per partito preso, ma perchè riteniamo che per i territori meridionali siano altre le scelte da compiere: prima tra tutte la conservazione e la messa in sicurezza del nostro suolo. Oramai quasi tutti gli studi relativi all’impatto ambientale, al territorio, al sistema dei trasporti del ponte, confermano che esso è inutile all’economia, alla trasportistica, nonchè gravemente dannoso per l’ambiente, per il paesaggio e per il sistema urbanistico di quel territorio. Noi continuiamo a ritenere il Ponte sullo Stretto, una cattedrale che genera deserto. Simbolo di un modello economico e sociale che è il contrario della valorizzazione delle risorse locali, della costruzione di un ambiente sociale capace di realizzare benessere autocentrato, qualificato e duraturo. Il Ponte rimane uno strumento, appunto, di distruzione e di arricchimento per le mafie. Rifiutiamo, quindi, nettamente – concludono – la semplificazione fatta dalla destra nei confronti dei movimenti che si oppongono alla costruzione del ponte e anzi rilanciamo la nostra opposizione. Costruiremo mobilitazione, azioni di controinformazione e di lotta, e se necessario inviteremo la popolazione ad organizzarsi per il blocco dei cantieri».
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