3 minuti per la lettura
Un bluff l’ennesimo quello di ieri a Roma, dove l’Eni ha incontrato gli enti pubblici e la Regione per discutere della bonifica di Pertusola. Il progetto non cambia. L’Eni è irremovibile. L’unico accorgimento adottato è stato quello della barriera a mare, che non è più idraulica, ma fisica. Ma la questione vera è un’altra e riguarda il decreto salva – Eni. Ieri mentre da una parte si discuteva
di progetto di risanamento, dall’altra alla Camera è stata aperta la discussione sul decreto salva Eni, il famoso decreto 208, che ha portato i Verdi ad iniziare
una vera e propria crociata contro la norma, approvata dal consiglio dei ministri, attraverso appunto la petizione popolare. «Domani ci sarà anche la discussione sugli emendamenti, tra cui quella che interessa Crotone, che riguarda appunto il secondo punto», dice Nicodemo Oliverio, parlamentare del Pd. C’è chi pensa che dietro questa lunga perdita di tempo per quanto riguarda il progetto ci sia una strategia. Di certo con la nuova legge che tra oggi e domani potrebbe essere approvata l’Eni si salva da ogni risarcimento danni. E tutto si conclude in una sorta di transazione tra due Ministeri. Per Crotone sarebbe uno smacco. Intanto ciò che è ancor più grave è che la riunione romana non è stata affatto decisoria, ma istruttoria per quanto riguarda appunto la bonifica di Pertusola. E questo è grave, gravissimo, considerando che da dieci anni si parla di bonifica, senza poi portare a nulla. Sulla vicenda intanto c’è una prima reazione ed è quella della Cgil, Antonio Spataro è il segretario provinciale del sindacato scrive in una nota: «Un’altra seduta acchiappa tempo!! Il decreto “Salva Eni”, perchè è così che lo dobbiamo chiamare, sempre di più condiziona i possibili risultati delle Conferenze dei Servizi. Una cosa è accettare un tipo di bonifica e ripristino ambientale integrale con costi commisurati al danno, altra cosa è rifugiarsi dietro la transazione “globale e tombale” prevista dal Decreto Legge 208 che di certo non arriverà mai ad assumere lo stesso costo della prima. In questo nuovo contesto legislativo e politico è cambiato tutto. Si è avuta insomma l’impressione che si voglia deliberatamente perdere tempo per arrivare alla conversione definitiva del Testo legislativo dove, in mancanza delle modifiche richieste dal Sindacato, dalle Regioni e dai Comuni diverrà strumento per il condono tombale dei tanti disastri ambientali commessi nel nostro territorio ed in quello nazionale». I deputati del Pd hanno deciso di far sentire la loro voce in questa storia. E oggi alla Camera si punterà a cambiare, almeno in parte il decreto. Ma se il Dl 208 diventa legge, prima che si decida per il progetto di Pertusola significa pure che l’Eni avrà ancor più potere in questa vicenda e la possibilità di un risarcimento danni resterà un miraggio. Lo sanno tutti, le forze politiche e anche gli operai che si stanno organizzando, hanno messo su un comitato, hanno in previsione delle manifestazioni. Solo che questa resta una voce flebile. Resta da capire solo se avrà dei risvolti l’inchiesta giudiziaria,
quella dei rifiuti tossici seppelliti sotto terra, sempre che appunto l’indagine arrivi in tribunale, in giudizio. Per questo potrebbe volerci ancora del tempo. Ma l’indagine del tribunale di Crotone non si è affatto fermata. Anzi va avanti. E si avvale delle prove dei carotaggi, quelli che hanno fatto i consulenti
dell’inchiesta giudiziaria, condotta dal procuratore Raffaele Mazzotta e dal Pm Pierpaolo Bruni.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA