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di PINO LOBARDO
La 45enne moldava Alexandra Sarban è stata trovata morta impiccata nella propria cella nelle carceri reggine di “San Pietro” dove si trovava in attesa di essere accompagnata presso la Corte d’Assise del Tribunale di Locri per poter partecipare ad un procedimento penale che la vede imputata con l’accusa di omicidio. Il delitto è quello avvenuto a Siderno, vittima la 72enne pensionata Francesca Filippone. Da quanto emerge dal fax giunto ieri presso la Procura di Locri, la scoperta del drammatico evento dovrebbe essere avvenuto alle 5,37 di domenica, 22 febbraio, dalle guardie carcerarie di quella casa circondariale durante un controllo. La notizia, però, è trapelata soltanto ieri in Corte d’Assise a Locri dove la Sarban era attesa per partecipare al procedimento.
E’ stata il sostituto procuratore locrese titolare del procedimento, Federica Fortunati, ad informare la Corte, presieduta dal giudice Bruno Muscolo con a latere il togato Frabotta.
Il pm ha chiesto inoltre alla Corte il rinvio dell’udienza in attesa che dalla casa circondariale reggina giungesse il certificato di morte dell’imputata che, molto verosimilmente, verrà redatto solo dopo l’esame autoptico. Esame, a quanto sembra, necessario non solo per stabilire l’ora della morte ma soprattutto per verificare se la Sarban si sia impiccata o sia stata “aiutata” a compiere l’estremo gesto da qualcuno.
Come si ricorderà Alexandra Sarban, giunta in Italia agli inizi del 2000, era stata arrestata dai carabinieri della stazione di Siderno in quanto ritenuta responsabile dell’incredibile azione delittuosa, compiuta a quanto sembra, per “motivi di vendetta”, la mattina del 10 dicembre 2007 in pieno centro sidernese, a seguito della quale poi la 72enne pensionata Francesca Filippone moriva. Intorno alle 9 di quel drammatico 10 dicembre Alexandra Sarban si presentava presso la lavanderia gestita dalla signora Filippone ed ubicata in pieno centro cittadino nel corso Garibaldi, a poche decine di metri dal palazzo municipale sidernese.
Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dai carabinieri, quella drammatica mattina, Alexandra Sarban si presentava presso la lavanderia sidernese gestita dalla signora Filippone. Tra le due ci sarebbe stata una animata discussione nel corso della quale la Sarban avrebbe “rimproverato” alla 72enne pensionata qualcosa inerente lo sfratto che lei aveva subito ad opera di un figlio della commerciante. Da quanto emergeva durante lo svolgimento del dibattimento processuale, la “discussione” era stata generata dalla “lamentazione” che la Sarban stava effettuando per essere stata sfrattata, alcune settimane prima, da una abitazione ubicata a Siderno in Via Ionio e di proprietà di un figlio della povera pensionata. Lo sfratto sarebbe stato determinato per questioni inerenti il pagamento del fitto oltre che per la corresponsione di alcune spese. A far scattare la molla della “vendetta” sarebbe stata la circostanza che i titolari dell’abitazione, dopo lo sfratto, continuavano a chiedere alla immigrata moldava il saldo del conto. La Sarban all’improvviso svuotava addosso alla Filipone circa due litri di alcool etilico che aveva portato con se dentro una busta di cellofan. Poi, dopo aver acceso un accendino, lo lanciava addosso alla donna che in un attimo si trasformava in una torcia vivente.

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