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di MASSIMILIANO TUCCI
Nelle settimane scorse molteplici sono state le scoperte archeologiche rinvenute a Torretta di Crucoli, nel Crotonese, in zona Piana Grande, nei cantieri attivati per il carotaggio del terreno su cui è prevista la futura costruzione del sottopasso.
Una vasta necropoli di età imperiale risalente al I-II secolo d.C. è stata Torretta di Crucoli. Trovati anche degli scheletri con monete di bronzo tra i dentiUna necropoli emerge dalla terra. I lavori del sottopasso portano alla luce tombe del I secolo d.C. coperta in zona Piana Grande a Torretta, sono state individuate una decina di sepolture, tumulate individualmente.
Particolarmente importanti dal punto di vista storico e artistico i ritrovamenti di una serie di tombe a vista. Circa una decina di anni fa, sempre procedendo ad alcuni carotaggi resi necessari per stilare delle perizie geologiche, vennero alla luce quattro tombe e l’accaduto venne immediatamente comunicato e ufficializzato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Calabria. L’Amministrazione Comunale in occasione dell’imminente inizio dei lavori per la costruzione del sottopasso, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Calabria, aveva predisposto il concordato e regolare spostamento delle tombe. Nelle operazioni di ripulitura e di ampliamento degli scavi resi necessari per la delocalizzazione delle tombe, sono state scoperte altre sepolture. Il panorama delle tombe è generalmente modesto, semplici fosse, talvolta solamente scavate nella nuda terra, talvolta delimitate da ciottoli, lastre di pietra o laterizi. In alcuni casi si osservano coperture dette “alla cappuccina”, realizzate con tegole e mattoni, che formano una sorta di tetto a spioventi. Le tombe dovevano essere segnalate all’esterno in vario modo: da piccoli tumuli di pietre o terra, dalle pietre di delimitazione, da vasellame posto al di sopra della fossa; presenti anche le vere e proprie stele funerarie molto rare nella nostra zona. Il rito funebre più praticato nei primi secoli dell’Impero è la cremazione.
La modalità più diffusa, già praticata dalle popolazioni pre – romane e’ quella detta della “cremazione indiretta”. Il defunto veniva bruciato in un’area apposita, detta “ustrinum”; i suoi resti venivano poi raccolti, riposti in un contenitore e sepolti. I contenitori utilizzati come cinerari sono i più diversi:borse o cassette in materiale deperibile, anfore, urne in pietra, fino alla più comune olla in ceramica grossolana.
Un altro rito attestato per l’epoca romana è quello della cremazione diretta, che Tacito ci dice essere il costume più propriamente romano (romanum mos). Il defunto veniva collocato sulla pira costruita direttamente sopra la fossa e qui veniva cremato. Le sepolture erano sempre accompagnate da un corredo, costituito da oggetti personali del defunto e vasellame, che probabilmente conteneva offerte in cibo.
Oltre alla scoperta di una decina di tombe, gli esperti al lavoro della Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno ritrovato degli scheletri. Addirittura la maggior parte di questi avevano all’altezza del volto, tra i denti, un diobolo in bronzo di Adriano, moneta imperiale utilizzata come «obolo di Caronte» pedaggio per l’ultimo trasferimento. Altra peculiarità delle sepolture è rappresentata dalla posizione degli scheletri inumati, infatti tutti sono stati ritrovati con la testa ad est ed i piedi ad ovest. Fra le strutture delle tombe sono stati rinvenuti diversi frammenti di tegole recanti il bollo figulino. Le altre tombe verranno esplorate nei prossimi giorni e alla fine si potrà avere un resoconto più esaustivo.
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