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Dopo la strage di San Luca, nella quale fu uccisa Maria Strangio ed altre quattro persone rimasero ferite, tra cui un bambino, i componenti della famiglia Nirta, per timore di altri attentati, si sono resi irreperibili dalla cittadina della locride.
Il particolare è stato raccontato dal maggiore Pier Paolo Mason, responsabile della sezione investigativa del Gruppo carabinieri Locri, nel corso dell’udienza del processo in Corte d’assise, a Locri, contro 14 presunti affiliati alle cosche di San Luca protagoniste di una violenta faida culminata con la strage di Duisburg.
«Dopo l’omicidio di Maria Strangio – ha detto l’ufficiale dei carabinieri – effettuammo a San Luca una serie di controlli e ci accorgemmo che tutti gli esponenti della famiglia Nirta, probabilmente per paura di altri agguati, si erano resi irreperibili».
Mason, rispondendo alle domande di alcuni difensori, ha anche evidenziato che il 17 agosto del 2007, due giorni dopo la strage di Duisburg, nel corso di controlli a San Luca fu scoperto che “Giovanni Strangio era partito da San Luca l’8 agosto per raggiungere la Germania”.
Strangio è ricercato perchè ritenuto uno degli autori della strage di Duisburg nella quale furono uccise sei persone vicine ai Pelle-Vottari. Stamani è stato sentito anche il maresciallo dei carabinieri di Locri, Francesco Natale, che ha riferito di alcune indagini su fatti relativi alla faida di San Luca. Il processo proseguirà il 6 febbraio.

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