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Bilancio alquanto negativo per la Reggina, al termine del girone di andata. Forse tra i peggiori della storia amaranto in serie A. In diciannove giornate, ha collezionato dodici sconfitte, quattro pareggi e tre sole vittorie. Un bottino molto magro per gli uomini di Orlandi prima e Pillon dopo. Col nuovo tecnico, la squadra amaranto non ha fatto molto meglio, pareggiando a Cagliari, dove ha conquistato l’unico punto della nuova gestione e perdendo le altre due gare, una interna contro la Lazio e quella esterna di sabato scorso contro il Siena. Anche la difesa è apparsa abbastanza insicura nelle ultime tre gare. I gol evitabilissimi, subiti a Cagliari e Siena, più i tre rimediati malamente in casa contro la Lazio, continuano a fare suonare il campanello di allarme di una squadra che deve cambiare rotta se vuole realmente salvarsi. Due i motivi importanti della possibile svolta: la concentrazione dei giocatori in campo che devono evitare di subire ancora gol, giocando più concentrati e molto uniti, il calciomercato che deve portare in riva allo Stretto quegli elementi, almeno uno per ruolo, che consentano al tecnico di dare consistenza all’organico ed avere a sua disposizione ricambi importanti in qualsiasi momento della gara.
Il primo dei due motivi che servono per cominciare il girone di ritorno nel migliore dei modi, dipende dal lavoro in profondità che psicologicamente, sapranno fare il tecnico, il presidente e il direttore sportivo. Tutti e tre sono impegnati nella ricostruzione morale della squadra, intanto, anche se è evidente che molto dipende dalla mentalità dei giocatori.
Sono loro i principali attori di questa società e sono loro che devono trovare la tranquillità e l’attenzione giusta per raddrizzare la navicella amaranto. Vanno aiutati, incoraggiati, sostenuti ma sanno bene che la salvezza passa solo dalla loro grande dedizione e dall’attaccamento alla maglia. In effetti, c’è poco da rimproverare alla squadra dopo la gara di Siena, ma la solita distrazione difensiva con punizione immediata e gli errori in fase offensiva, a parte le prodezze del portiere, hanno fatto maturare l’ennesima sconfitta.
Segni due gol e perdi, incassandone tre, ne subisci uno soltanto quasi allo scadere e non riesci a segnarne uno, sono un segnale importante che la stagione deficitaria, sta lanciando alla Reggina.
Qui, scatta il secondo motivo di cui bisogna tenere conto. In serie A non si può regalare nulla, proprio nulla, agli avversari. Non si può regalare un Valdez (assente per infortunio) per tante domeniche. Non si può regalare un Barillà che per ben due volte si ritrova con la mira sbagliata in posizione favorevole.
Non si può regalare un centrocampista che non c’è mai stato o un esterno destro che la Reggina ha trovato solo nelle prime battute del mercato di riparazione.
Il tempo per rimediare c’è e come affermano i giocatori in coro, Corradi in testa, la Reggina deve crederci fino in fondo e da oggi imboccarsi le maniche per cominciare un nuovo campionato. Ma questa squadra va anche aiutata con qualche elemento di maggiore personalità in ogni zona del campo, senza perdere tempo. Nessuno vuole mettere fretta alla società, ma la classifica alla fine del girone di andata, parla ancora chiaro. E’ vero che i numeri ricordano la prodezze della stagione dell’handicap e quella della prima retrocessione quando dopo otto sconfitte consecutive la Reggina è andata vicina alla salvezza arrivando allo spareggio, ma è anche vero che ricordano i grandi rischi corsi dalla squadra che si è salvata per il rotto della cuffia. Non sempre questo è possibile e questo è il momento di porre rimedio ad una situazione di disagio che solo con la concentrazione dei giocatori e la grande volontà del tecnico, non sarà facile risolvere.
MERCATO
La Reggina tornerà oggi alla carica per sfoltire l’organico e dare consistenza alla prima squadra. Gabriele Martino ha anche il compito di cedere in B, C1 e C2 i giocatori in soprannumero, ma per la prima squadra devono anche arrivare elementi di personalità ed esperienza a fare la loro partre nel girone di ritorno. Non so quanto convenga ancora attendere, ma se sabato prossimo bisogna battere assolutamente il Chievo e poi andare a fare risultato a Torino, è bene che i dirigenti amaranto si fermino a Milano ed affrettino le trattative già avviate. Un difensore (Scurto?), un centrocampista (Dalla Bona?) e unattaccante se saranno ceduti Stuani e Rakic, bisogna pur ingaggiarli. Almeno questi ruoli vanno potenziati al centro della difesa, al centro del campo e nella fase conclusiva dove non si può più sbagliare perchè i gol cominciano a diventare merce rara e preziosa.
Rino Tebala
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