4 minuti per la lettura
Poche luci e molte ombre nell’annuale relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto generale e sulle politiche di spesa della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2007. Se, da una parte, vi è il riconoscimento del lavoro posto in essere dall’attuale Amministrazione per una politica di contenimento delle spese e per una attività finanziaria più virtuosa; dall’altra, permangono troppe criticità come l’inadeguatezza del sistema dei controlli interni, l’enorme mole del contenzioso giudiziario, la precaria situazione nel settore della Sanità, la gestione ancora poco efficiente dei Fondi comunitari. Tocca al consigliere relatore Vittorio Cirò Candiano illustrare il lavoro della magistratura contabile partendo dall’analisi dell’economia calabrese nel
contesto nazionale e del Mezzogiorno: «La Calabria è l’unica regione del paese
che ha registrato una riduzione del tasso di crescita del Pil dell’uno percento.
Eppure, il Sud Italia rappresenta l’area con le maggiori opportunità di sviluppo;
occorre, però, un’azione pubblica coordinata, lunga e determinata a tutti i livelli istituzionali». «Infatti – sottolinea Candiano – non è possibile sostenere, promuovere o realizzare in maniera efficiente ed efficace programmi ed iniziative di qualità proprio per l’incapacità delle istituzioni pubbliche e private calabresi di tradurre le risorse materiali e immateriali regionali in occasioni di sviluppo duraturo e sostenibile».
DPEF E RENDICONTO GENERALE
Si passa, quindi, all’analisi dei locali strumenti di programmazione economico finanziaria: «Il Dpef regionale per gli anni 2007/2009 è stato approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 128 del 10 aprile 2007, vale a dire con notevole ritardo rispetto i tempi previsti dalla legge regionale di contabilità. Inoltre, recenti modifiche legislative ne hanno vanificato – la funzione di atto di indirizzo programmatico, economico e finanziario – e depotenziato il carattere informativo con effetti pregiudizievoli sulla portata della manovra di bilancio.
Nel merito, poi, appare evidente l’analisi troppo datata nel tempo (dati del 2004
e 2005) per cui il contesto socio economico nazionale e regionale risulta insufficiente per scelte meditate». Giudizio positivo, invece, per la legge collegata alla manovra finanziaria regionale, la n. 9/07 (prevede, tra l’altro, l’accorpamento delle 11 aziende sanitarie nelle 5 Asp, la soppressione di Arssa e Afor, l’istituzione della Stazione unica appaltante) perchè «rappresenta un buon
punto di partenza in direzione della razionalizzazione e del contenimento della spesa corrente della Regione». Così come buone notizie arrivano sul fronte dell’entrate tributarie dove si registra apprezzamento «per lo sforzo dell’Amministrazione in direzione della lotta all’evasione, all’evasione,
soprattutto nell’ambito dell’accertamento delle tasse automobilistiche non versate negli esercizi precedenti».
IL CONTENZIOSO DELLA REGIONE E I DEBITI FUORI BILANCIO
Candiano premette: «La Regione non è in grado di conoscere in modo puntuale la situazione del contenzioso in atto presso l’ente e dei relativi procedimenti
giudiziali in corso». Eppure si tratta di quasi 64 mila procedimenti di ingiunzione non ancora conclusi alla data del 30 novembre 2008 con esclusione
di quelli precedenti il 1994. «Di tali procedimenti – aggiunge – manca la portata finanziaria in quanto i valori indicati nel sistema informatico non sono attendibili, né è valutabile l’eventuale soccombenza dell’Ente in sede giudiziale». Dati che appaiono poco chiari anche per ciò che riguarda i debiti fuori bilancio: «Al 31 dicembre 2007, i debiti fuori bilancio consolidati
ammontano a circa 71 milioni di euro per il periodo 1998/2007, e i pagamenti
risultano materialmente effettuati dal Tesoriere ma non hanno trovato alcuna definizione giuscontabilistica. A questi vanno aggiunti ulteriori 51 milioni contabilizzati come somme vincolate e non pagate afferenti ulteriori atti giudiziali di pignoramento ancora in corso ma non ancora riconosciuti». Secondo la Corte, «in molti casi si tratta di pignoramenti presso terzi non correttamente gestiti dall’Avvocatura regionale e dai competenti Dipartimenti di spesa, anche per la mancanza di un reciproco e puntuale scambio di notizie e relativa documentazione». Si auspica, pertanto, da parte della Corte dei Conti, un migliore
coordinamento fra i vari uffici regionali interessati. Viene stigmatizzata, inoltre, la norma che consente «ai dirigenti regionali di riconoscere un debito
fuori bilancio se utile alla Regione: così facendo, può capitare che chi ha effettuato una spesa fuori procedura può riconoscerla come “utile” sollevandosi da ogni responsabilità».
ALTRI ASPETTI
La Corte dei conti evidenzia la riduzione dei costi nell’ambito delle locazioni passive («Da 9 a 7 milioni di euro rispetto al 2006 così come diminuiscono le spese di illuminazioni, acqua, riscaldamento e pulizia locale; aumentano, invece , le spese per la vigilanza diurna e notturna (+35%) e quelle telefoniche (+27%)») e del personale («Obiettivi rispettati dall’Ente»); riconosce al Consiglio regionale «una riduzione generale delle spese di funzionamento»; rileva che «i controlli interni nella Regione Calabria, nonostante i progressi registrati rispetto l’anno precedente, sono ancora ben lontani dal rappresentare e funzionare come un sistema integrato».
Mirko Vespertini
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA