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Francesco Grasso, 67 anni, il pluriomicida di Mandaradoni è stato arrestato nell’abitazione del parroco di Zungri, un Comune poco distante dal luogo del delitto, dal quale era andato per annunciare la sua resa. Dopo aver vagato nelle campagne circostanti per tre notti di seguito, tallonato dai carabinieri e da reparti speciali, stamattina intorno alle sette ha deciso di arrendersi. Trasferito nella caserma del comando provinciale di Vibo Valentia, è stato raggiunto dal procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo che lo sta interrogando, prima che venisse trasferito in carcere. Dinnanzi al comando provinciale, oltre ai giornalisti, fotografi e Tv, sosta anche una ambulanza. L’uomo è sofferente di cuore. È finita così la latitanza di Francesco Grasso, detto ‘Ciccio u pacciù autore di uno dei più efferati delitti consumati nel vibonese in questi ultimi anni. Terminati anche gli incubi degli abitanti del paese e della zona per la paura che potesse commettere altri delitti. Dopo aver consumato gli omicidi, l’uomo si era allontanato armato di un fucile caricato a pallettoni Una vendetta quella di martedì scorso che covava da oltre dieci anni contro i suoi due cugini che si è trasformata improvvisamente in tragedia, una tragedia che avrebbe potuto essere evitata viste le condizioni psichiche dell’omicida. Un uomo schivo che viveva da solo in campagna. Martedì scorso, dopo essersi armato di due fucili, si è portato dinnanzi alla casa del cugino Vincenzo Rizzo di 69 anni e lo ha freddato con due colpi. La moglie di quest’ultimo ed il nipotino si sono rinchiusi in casa, evitando di essere a loro volta colpiti. Ferito leggermente anche l’autista dello scuolabus Giuseppe Mazzitelli che stava transitando con a bordo sette ragazzi della scuola materna. Dopodichè si è recato nel vicino uliveto dove ha indirizzato altri due colpi da distanza ravvicinata all’altro cugino, Vincenzo Grasso di 67 anni. Da quel momento si era reso uccel di bosco.
L’autopsia
Ad uccidere i cugini Vincenzo Rizzo e Vincenzo Grasso, rispettivamente di 69 e 67 anni, sono stati due colpi di fucile caricato a pallettoni, sparati contro ciascuna delle vittime da distanza ravvicinata. Il primo è stato attinto nella parte frontale, testa e petto, ed è morto all’istante; il secondo alla spalla e al fianco destro, ed è spirato poco dopo.
A darne conferma la perizia del medico legale, Katuscia Bisogni, eseguita sui cadaveri ieri pomeriggio nell’obitorio dell’ospedale di Vibo Valentia.

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