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Quattro persone sono state arrestate dalla polizia di Stato per l’omicidio del boss del ‘ndrangheta Salvatore Cordì, avvenuto il 31 maggio del 2005 a Locri. All’epoca la vittima aveva 51 anni. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nel corso della notte. Il movente del delitto andrebbe ricercato nello scontro con la cosca rivale dei Cataldo, una delle ‘ndrine di Locri e del circondario. A quest’ultima fazione apparterrebbero le persone finite in carcere. Uno dei colpiti dal provvedimento è sospettato di essere il mandante e gli altri gli esecutori materiali dell’omicidio. Un commando sorprese il presunto boss mentre questi stava raggiungendo la propria autovettura. Nella circostanza un killer che viaggiava in sella ad uno scooter guidato da un complice esplose colpi di fucile caricato a pallettoni contro Salvatore Cordì uccidendolo all’istante.
Salvatore Cordì, che aveva 51 anni, fu assassinato a Siderno mentre percorreva a piedi una strada del centro jonico reggino per raggiungere la propria automobile. A compiere l’omicidio furono due persone a bordo di uno scooter ed una delle quali sparò contro il boss due colpi di fucile caricato a pallettoni. Cordì morì poco dopo il ricovero nell’ospedale di Locri.
C’è anche Antonio Cataldo, di 52 anni, capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta, tra le quattro persone nei confronti delle quali stamattina la polizia ha eseguito ordinanze di custodia cautelare. Ad Antonio Cataldo, già detenuto per altra causa, il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere. Secondo l’accusa, Cataldo sarebbe stato il mandante dell’omicidio di Cordì. Altre due delle persone arrestate, Michele Curciarello, di 46 anni, ed Antonio Martino, di 32, zio e nipote, sono accusate di avere eseguito materialmente l’assassinio di Cordì. Il quarto arrestato, Antonio Panetta, di 31 anni, sorvegliato speciale, bloccato a Rimini, dove è in soggiorno obbligato, sarebbe stato concorrente nell’omicidio.
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